Con la tenacia e la professionalità che lo contraddistinguono, Vincenzo Nibali sta facendo di tutto per raddrizzare una stagione che, iniziata sotto i migliori auspici con la bellissima vittoria nella Milano-Sanremo, è stata poi drasticamente condizionata dall'incidente dell'Alpe d'Huez.
Dopo la guarigione fisica, il corridore siciliano ha cercato di accelerare il proprio recupero, dando degli ottimi segnali nel corso della Vuelta, andando molte volte in fuga nella seconda parte della corsa spagnola. Poi purtroppo non è riuscito ad essere protagonista al Campionato del Mondo, che si correva su un tracciato che, se Vincenzo fosse stato al cento per cento della forma, avrebbe potuto avere un esito davvero diverso.
Ottavo posto al Giro dell'Emilia
Lo “Squalo dello Stretto” ha quindi ottenuto un piazzamento nei primi dieci al Giro dell'Emilia, vinto da Alessandro De Marchi. Anche se nel corso della gara non è parso in grado di poter vincere, il risultato ottenuto è da considerare senza dubbio positivo: si tratta di un ottavo posto conseguito su un tracciato molto difficoltoso, che prevedeva di affrontare per cinque volte la salita di San Luca, una rampa della lunghezza 600 metri, con pendenze che arrivano fino al 20%. Il gruppo dei partecipanti, inoltre, era di primissimo livello; basta guardare l'ordine d'arrivo, che vede al primo posto il già citato Alessandro De Marchi, vincitore di una tappa alla Vuelta, al secondo il forte scalatore colombiano Rigoberto Uran, poi quarto il canadese Woods, protagonista del Mondiale, quinto il francese Thibaut Pinot, sesto l'altro francese Romain Bardet, medaglia d'argento al Campionato del Mondo e settimo Primoz Roglic, grande protagonista dell'ultimo Tour de France.
Il Giro di Lombardia
Il prossimo obiettivo di Vincenzo è quindi il Giro di Lombardia, la cosiddetta “corsa delle Foglie Morte”, ultima grande classica del calendario ciclistico internazionale, considerata anche la più dura dal punto di vista altimetrico, insieme alla belga Liegi-Bastogne-Liegi: i corridori dovranno affrontare ben 4.000 metri di dislivello, e salite del calibro del Colle Gallo e del Colle Brianza.
Questo traguardo di prestigio lo “Squalo” lo ha già raggiunto per due volte, nel 2015 e nel 2017, e sicuramente il tracciato si adatta molto alle su caratteristiche, quindi le condizioni per una caccia al tris, o comunque ad un risultato significativo, ci sono.