Dalle pagine del The Guardian l’ex campione Bradley Wiggins è tornato a parlare in maniera molto accesa dell’inchiesta scattata dopo le rivelazioni di un gruppo di hacker sul suo uso di medicinali. Il vincitore del Tour 2012 e il Team Sky furono accusati di aver approfittato delle regole che gestiscono le Tue, le esenzioni a scopo terapeutico, per poter usare dei farmaci proibiti. Wiggins ha ora parlato dei difficili anni che ha vissuto la sua famiglia a causa del processo mediatico a cui è stato sottoposto.

Wiggins, i misteri delle esenzioni e del pacco con i medicinali

Sono passati due anni da quando il gruppo di hacker russo Fancy Bears violò un archivio dell’Agenzia Mondiale Antidoping rivelando che Bradley Wiggins aveva fatto ripetutamente ricorso a delle esenzioni a scopo terapeutico in momenti strategici della stagione. Il regolamento antidoping prevede che gli atleti possano utilizzare dei farmaci normalmente proibiti quando questi sono necessari per curare dei problemi di salute.

Wiggins aveva richiesto per tre volte il triamcinolone acetonide, ufficialmente per un problema di allergia, ma forse per avere una piccola spinta nelle sue prestazioni. Questa ipotesi era stata confortata dalle tempistiche delle richieste di Wiggins e della Sky, sempre poco prima di quello che sarebbe stato il principale obiettivo stagionale, anche se questo comportamento rientra più in una politica poco etica che in una vera infrazione al regolamento, come dichiarato dalla commissione parlamentare che ha indagato sul caso.

A mettere più dubbi su Wiggins e sulla Sky è stata anche la storia relativa ad un misterioso pacchetto contenente dei medicinali che fu recapitato al corridore durante il Giro del Delfinato 2011. Dopo una lunga inchiesta non è stato chiarito definitivamente che cosa contenesse, e il Team manager Dave Brailsford si è difeso sostenendo che fosse solo una confezione di un comune decongestionante, il Fluimucil.

Le sofferenze della famiglia

Wiggins ha raccontato al The Guardian che il processo mediatico a cui è stato sottoposto, le accuse e le pressioni, hanno avuto un impatto devastante sulla sua famiglia. “Vedi la tua famiglia soffrire ed è terribile” ha dichiarato l’ex campione. “Le accuse hanno quasi ucciso mia moglie, è finita in riabilitazione.

Lei è bipolare, ha questa paura della vergogna, delle persone che la guardavano per tutto il tempo” ha continuato Wiggins aggiungendo che fortunatamente ora sua moglie sta meglio.

La rabbia del campione olimpico è però ancora tangibile. “Quello che avrei dovuto fare è uccidere qualcuno perché come assassino avrei avuto più diritti. Non ci sarebbero stati articoli ed avrei avuto un processo equo. Sarei stato assolto o giudicato colpevole, non sarei rimasto in una situazione di mezzo in cui però non si riesce a trovare nessuna prova di illecito” ha dichiarato polemicamente Wiggins.