L’emozionante vittoria al Giro delle Fiandre ha acceso improvvisamente le luci della ribalta su Alberto Bettiol. Il 25enne toscano ha conquistato la sua prima vittoria da professionista nella maniera più spettacolare e imprevedibile, con un’azione devastante che ha piegato Van Avermaet, Sagan e gli altri favoriti nel punto chiave della corsa, il muro dell’Oude Kwaremont. Il trionfo di Bettiol ha rotto un digiuno italiano che durava da 12 anni sulle strade del Fiandre, da quando Alessandro Ballan conquistò il successo battendo allo sprint Leif Hoste.
Bettiol: ‘Ho imparato molto da Bartoli e Tafi’
L’entusiasmo che ha accompagnato Bettiol e la sua vittoria hanno fatto crescere anche la curiosità su questo corridore ancora poco conosciuto dai non addetti ai lavori. Chi è quel ragazzo toscano di 25 anni che non aveva mai vinto nulla ed è andato a battere sonoramente i grandi campioni al Giro delle Fiandre? Bettiol non arriva certo dal nulla, perché nelle categorie giovanili ha conquistato successi su successi imponendosi come un talento eccezionale. Dopo un solo anno da under 23 è passato professionista nel 2014 con la Liquigas dove ha trovato grandi campioni come Nibali e Sagan. “Ho imparato molto da loro, ma anche dal mio amico Michele Bartoli e da Andrea Tafi, con cui ho iniziato ad allenarmi nello scorso inverno.
Tafi aveva progettato di tornare alla Parigi-Roubaix, ma il suo sogno si è interrotto per una frattura alla clavicola” ha raccontato Bettiol.
Piepoli: ‘Gli piace fare fatica, ma anche mangiare’
Insieme agli ex compagni trovati al passaggio al professionismo, a Bartoli e Tafi, al Ds Charly Wegelius, c’è almeno un altro personaggio chiave nella carriera di Alberto Bettiol.
Si tratta di Leonardo Piepoli, grande scalatore, vincitore di tappe al Giro e alla Vuelta e tante altre corse tra gli anni novanta e duemila. Piepoli concluse ingloriosamente la sua carriera con una squalifica per doping dopo il Tour 2008 in cui anche il suo compagno di squadra Riccò fu cacciato dalla corsa.
Da allora l’ex ciclista pugliese è tornato nel Ciclismo restando però dietro le quinte, nel nuovo ruolo di preparatore.
Bettiol è tra i suoi corridori e Piepoli ha sempre saputo di avere a che fare con un talento straordinario. “I suoi test mostrano numeri impressionanti” ha raccontato il 47enne pugliese. Se qualcuno si chiede perché in cinque anni non era arrivata neanche una vittoria da professionista, nemmeno in una corsa secondaria, Piepoli spiega che il suo pupillo ha grandi qualità, ma anche qualche difetto. “Ama il suo lavoro, adora fare fatica, ma gli manca un po’ di continuità e ama mangiare, che per un ciclista è un peccato grave” ha raccontato l’ex scalatore che ha messo il vincitore del Fiandre già di fronte ad un bivio per il prosieguo della sua carriera, per non lasciare questa vittoria al Fiandre come una cattedrale nel deserto.
“Se ad Amstel e Liegi sarà in prima linea vorrà dire che avrà metabolizzato il successo, se si squaglia è sulla strada sbagliata. I patti sono chiari: una birra, un po’ di baldoria e poi sotto a pedalare” ha chiosato Piepoli.