La Parigi-Roubaix 2019 celebra Philippe Gilbert, un campione capace di reinventarsi e di ritrovare nuove motivazioni nelle diverse fasi della sua lunga carriera. Dopo essersi dedicato alle Ardenne e alle tappe dei grandi giri, il fuoriclasse belga si è scoperto corridore da pavé nella sua nuova avventura alla Deceuninck-QuickStep, rilanciandosi alla grande dopo il periodo di stanca passato nell'ultima parte della permanenza alla BMC.
Gilbert ha corso con grande coraggio e aggressività una Parigi-Roubaix intensa e senza pause, arrivando nel velodromo con il tedesco Nils Politt e conquistando in uno sprint a due la sua quarta classica-monumento sulle cinque del calendario del grande Ciclismo.
🏆 @PhilippeGilbert , stronger than Hell! 😈
— Paris-Roubaix (@Paris_Roubaix) 14 aprile 2019
🏆 @PhilippeGilbert, plus fort que l’Enfer ! 😈
📸A.S.O. / @PaulineBallet pic.twitter.com/XYjcPzn2iC
Roubaix, corsa subito intensa
In una giornata grigia e ventosa ma senza la temuta pioggia, la Parigi-Roubaix 2019 è iniziata subito a gran ritmo. Gli scatti si sono susseguiti, ma nessuna fuga è riuscita ad avvantaggiarsi. Nei primi tratti di pavé se n'è andato un gruppo di oltre 20 corridori, con nomi importanti come Lampaert e Trentin, ma il forcing del Team Bahrain ha portato al ricongiungimento.
Il gruppo si è poi frazionato nuovamente anche a causa di diverse cadute che hanno tagliato fuori, tra gli altri, Daniel Oss.
La Bora di Sagan è stata costretta ad un lungo inseguimento in questa fase, coronato dal successo poco prima della Foresta di Arenberg.
Nel passaggio più iconico della corsa è iniziato il calvario di Wout Van Aert: appiedato da un problema meccanico, è stato costretto a due soste per cambiare la bici e poi è rimasto attardato a causa di una scivolata.
Sorprendentemente il campione del ciclocross non è stato atteso e aiutato dai compagni di squadra, ma è riuscito a rientrare nel vivo della gara con un lungo e faticoso inseguimento.
Il poker di Gilbert
La competizione ha vissuto il suo momento-chiave in un tratto di asfalto a circa 65 km dal traguardo, quando Nils Politt ha lanciato il suo attacco, seguito da Philippe Gilbert, Yves Lampaert e Rudiger Selig.
Qualche chilometro dopo - nello stesso tratto in cui si involò lo scorso anno - Peter Sagan è riuscito a sorprendere Van Avermaet e, in compagnia di un drappello comprendente anche il mai domo Van Aert e Vanmarcke, è rientrato sulla testa della corsa. L'ex iridato ha forzato ancora sul Mons-en-Pévèle, uno dei tratti di pavé più difficili, dando l'impressione di essere in una giornata super. Davanti sono rimasti con lui solo Gilbert, Lampaert, Politt, Van Aert e Vanmarcke con un vantaggio che è arrivato ad un minuto su un gruppetto comprendente Van Avermaet, Naesen e Degenkolb, tutti colpevolmente sorpresi e tagliati fuori dai giochi per il successo.
Gilbert ha attaccato ancora a 20 chilometri dall'arrivo, riuscendo ad eliminare Van Aert, ormai sfinito al termine di una gara che per lui è stata una corsa ad ostacoli.
Sagan è sembrato ancora molto brillante sul Carrefour de l'Arbre dove ha respinto con apparente facilità il nuovo affondo dell'esuberante ciclista belga, ma si è spento improvvisamente sul pavé di Gruson, quando ha attaccato a sorpresa Politt con una progressione formidabile. Gilbert ha colto l'occasione per involarsi con il tedesco, mentre Sagan non ha più avuto le energie necessarie per reagire e si è visto staccare anche da Lampaert, finendo la corsa in disarmo.
🇧🇪 @yveslampaert first one in Carrefour de l'Arbre but @PhilippeGilbert is the one who attacks.
— Paris-Roubaix (@Paris_Roubaix) 14 aprile 2019
🇧🇪 Lampaert est le premier à entrer sur le Carrefour de l'Arbre mais c'est son coéquipier Gilbert qui attaque. #ParisRoubaix pic.twitter.com/5rKWKumXNN
Per Politt e Gilbert non ci sono stati più ostacoli per arrivare al velodromo dove il tedesco si è messo davanti ma non ha potuto opporsi alla classe e allo spunto del campione belga.
Quest'ultimo ha così messo le mani anche sulla Parigi-Roubaix, la quarta delle cinque classiche-monumento a finire nella sua bacheca, un poker che lo porta ad un passo dall'en plein che è il suo obiettivo dichiarato per il finale di carriera.
🔻 Relive last kilometre and Philippe Gilbert's win. 🏁
— Paris-Roubaix (@Paris_Roubaix) 14 aprile 2019
🔻 Revivez le dernier kilomètre et la victoire de @PhilippeGilbert. 🏁#ParisRoubaix pic.twitter.com/xmqkmLo6sZ
Per Politt, ad appena 25 anni, il secondo posto è comunque un risultato enorme. Terzo è arrivato Lampaert, mentre Sagan non si è opposto neanche a Vanmarcke per la quarta posizione. Per trovare il primo italiano, si è dovuto attendere fino al 31° posto di Davide Ballerini, protagonista di un buon esordio, mentre Trentin è crollato nella seconda parte di gara, finendo appena 43°.
Ahora si, corregido el Top-10 #ParisRoubaix pic.twitter.com/R82m4Q2N5I
— Alpe__dHuezBT (@Alpe__dHuezBT) 14 aprile 2019