L’Inferno del Nord è pronto a regalare lo spettacolo insieme più romantico e selvaggio rimasto nel Ciclismo contemporaneo. Domani, domenica 14 aprile, si corre l’edizione numero 117 della Parigi-Roubaix, la corsa più massacrante e anacronistica, amata o odiata senza mezze misure ma capace come nessuna di dare emozioni forti. È una Roubaix che si presenta senza un grande favorito e che non avrà al via i due principali protagonisti del Giro delle Fiandre della scorsa settimana, Alberto Bettiol e Mathieu Van der Poel.

Tra i nomi più gettonati per il successo spiccano quelli degli ultimi due vincitori, Greg Van Avermaet e Peter Sagan, ma anche quello di un Alexander Kristoff parso rigenerato in questa primavera.

Roubaix, il Carrefour decisivo

Il percorso della Parigi-Roubaix è unico nel panorama del ciclismo mondiale, pressoché interamente pianeggiante ma di una durezza micidiale. La caratteristica è naturalmente il pavè, molto più difficile e sconnesso di quello fiammingo. La partenza è da Compiegne con i primi 90 km veloci e senza pavè. A Troisville, km 94 della corsa, si entra nel vero inferno con il primo dei 29 settori di pietre da affrontare. Da qui sarà un carosello senza sosta che in ogni momento potrà presentare pericoli e colpi di scena, cadute e forature.

Il primo passaggio chiave della corsa è però sempre la Foresta di Arenberg, luogo mitico del ciclismo a circa un centinaio di chilometri dall’arrivo. Gli altri settori con il massimo coefficiente di difficoltà, le cinque stellette assegnate dall’organizzazione, sono il Mons en Pevele, a circa 50 km dall’arrivo, e il Carrefour de l’Arbre, preceduto da un altro tratto particolarmente duro come il Campin en Pevele.

Il Carrefour è l’ultimo snodo cruciale della Roubaix, il punto a 18 km dall’arrivo in cui chi ha qualcosa in più degli avversari può tentare l’ultimo assalto. L’arrivo è il più simbolico del ciclismo, un pezzo di storia incastonato nel mondo attuale, nel velodromo di Roubaix come avveniva sovente nelle corse di tanti anni fa.

Sagan con il numero uno

La Parigi-Roubaix 2019 dovrebbe regalare ai corridori una giornata asciutta, con temperature tra i 5 e i 10 gradi, un po’ di vento e tanta polvere. Il pronostico è sempre ristretto a pochi nomi in questa corsa destinata a specialisti assoluti, ma mai come quest’anno le previsioni sono incerte e il livello appare equilibrato. A rendere ancora più difficile da decifrare la situazione ci sono le assenze dei due corridori che una settimana fa al Fiandre avevano dimostrato di avere qualcosa in più degli altri.

Alberto Bettiol ha deciso di concentrarsi su Amstel e Liegi, mentre Mathieu Van der Poel non sarà della partita perché la sua squadra, la Corendun Circus, non è stata invitata, una scelta piuttosto strana da parte dell’organizzazione, la stessa del Tour de France.

La Deceuninck Quickstep resta anche qui la squadra più attrezzata, anche se non sembra avere quella superiorità di qualche settimana fa. Il team di Lefevere conta su Zdenek Stybar, Philippe Gilbert e Yves Lampaert, ma anche sulla sorpresa del Fiandre Kasper Asgreen. Il gruppo della squadra belga cercherà di accerchiare e mettere in difficoltà le individualità di Peter Sagan e Greg Van Avermaet, gli ultimi due vincitori della Roubaix, ma anche Alexander Kristoff, grande spauracchio per il finale di corsa per la sua capacità di sprintare dopo gare massacranti.

Altri nomi che si attendono protagonisti sono quelli di Wout Van Aert, Oliver Naesen, Tiesj Benoot, Nils Politt, John Degenkolb e Sebastian Langeveld.

Gli italiani al via sono solo undici, con Matteo Trentin che è il più accreditato anche se al Fiandre è stato al di sotto delle attese. Per Moscon invece non sembra essere ancora arrivata la miglior condizione dopo le cadute di inizio stagione.

La Parigi-Roubaix sarà trasmessa in diretta domenica 14 aprile a partire dalle 11 su Eurosport e dalle 11:30 su Rai Sport.