È finalmente arrivato il momento delle montagne al Giro d’Italia 2019. La tappa numero 12 era un piccolo antipasto di quello che succederà nei prossimi giorni, ma la salita di Montoso ha comunque detto molto e svelato i primi verdetti. La corsa si è decisa con una fuga da lontano che ha permesso a Cesare Benedetti di vivere il sogno del successo di tappa e a Jan Polanc quello della maglia rosa sul traguardo di Pinerolo. Lopez e Landa sono stati i più volitivi tra gli uomini di classifica ed hanno recuperato una trentina di secondi, mentre Roglic è rimasto sempre sulla difensiva e senza squadra.

Giro, cambio di maglia in casa UAE

La Cuneo – Pinerolo, 12° tappa del Giro d’Italia, ha aperto il filotto delle frazioni di montagna che nei prossimi giorni promettono di dare un volto più chiaro alla classifica generale. La corsa è iniziata con diversi attacchi che hanno portato al formarsi di una fuga molto folta, con ben 25 corridori, tra cui Caruso, Cataldo, Montaguti, Brambilla, De Gendt, Polanc, Dunbar, Gavazzi, Senni, Capecchi e Bakelants. La situazione è un po’ sfuggita di mano al gruppo perché la UAE della maglia rosa Conti ha inserito all’attacco Polanc, molto ben messo in classifica, e non ha quindi inseguito la fuga che ha raggiunto il quarto d’ora di vantaggio.

La corsa si è così spezzata in due, quella per la tappa e quella tra gli uomini di alta classifica, così la situazione è esplosa sulla dura salita di Montoso, 9 km al 9% di media. La fuga si è subito selezionata con un Brambilla molto attivo e allo scollinamento solo Caruso, Dunbar e Capecchi sono rimasti in scia al corridore della Trek.

La discesa e il piano verso Pinerolo hanno però consentito a Benedetti, Polanc, Montaguti e Cataldo di rientrare, anche se quest’ultimo è stato poi fermato dall’ammiraglia per aiutare il capitano Lopez.

Lo strappo dei Principi di Acaja in prossimità dell’arrivo ha dato allo scatenato Brambilla un trampolino di lancio ideale, ma Capecchi non l’ha mollato e nel finale i due si sono controllati permettendo il rientro prima di Dunbar e poi di Caruso e Benedetti.

Brambilla ha cercato allora di piazzare il suo spunto allo sprint ma un po’ a sorpresa è uscito Cesare Benedetti, gregario di lungo corso senza nessuna vittoria in carriera, che è andato a centrare il successo davanti a Caruso e Dunbar. Polanc è arrivato ad una manciata di secondi, un risultato più che sufficiente a concretizzare un cambio di maglia rosa tutto in casa UAE, da Conti al corridore sloveno.

Roglic in controllo

L’altra corsa, quella dei favoriti al successo finale, si è accesa sulle dure rampe di Montoso quando Astana e Movistar hanno deciso di dare il via all’operazione rimonta dopo i pesanti distacchi accusati a cronometro. Miguel Angel Lopez è stato il primo ad attaccare, scatenando la reazione a catena degli altri big, ma sul successivo rilancio di Mikel Landa lo scalatore colombiano si è fatto nuovamente trovare pronto.

Landa e Lopez sono riusciti così a guadagnare qualche decina di secondi sul gruppo di Roglic, rimasto subito senza compagni, e di Nibali. Sono rimasti irrimediabilmente staccati in salita la maglia rosa di Conti, ma anche due outsider molto attesi come Formolo e Jungels.

I due attaccanti hanno poi trovato per strada l’aiuto dei compagni inseriti nella fuga, Boaro, Sutterlin e quindi Cataldo e sono riusciti a difendere una trentina di secondi sul traguardo rispetto al gruppo con gli altri favoriti. Roglic ha tenuto un atteggiamento abbastanza strano, restando spesso nelle retrovie, ma è sembrato pedalare molto bene. Certamente il corridore sloveno ha avuto la conferma che in salita dovrà arrangiarsi per lo più da solo, perché uni dei dati più chiari emersi da questa tappa è la debolezza della sua squadra rispetto non solo alla Astana ma anche alla Movistar, alla Mitchelton e al Team Bahrain e questo potrà avere un peso importante sul prosieguo della corsa.

Intanto la maglia rosa è passata a Jan Polanc con 4’07’’ su Roglic, mentre Nibali è a 5’51’’, Yates a 7’53’’, Lopez a 8’08’’ e Landa a 8’31’’.