L’episodio del cambio di bici e della successiva caduta di Primoz Roglic nella tappa di domenica scorsa del Giro d’Italia ha fatto molto discutere. Il corridore sloveno aveva preso la bici del compagno di squadra Tolhoek dopo aver subito un problema meccanico, ma si è trovato in difficoltà con un mezzo dall’assetto diverso ed è caduto nella discesa finale. Alcuni media hanno messo in risalto un particolare di questa vicenda: la bici rotta di Roglic non è arrivata al traguardo di Como sull’ammiraglia della sua squadra, come sarebbe stato normale, e Tolhoek ha concluso la tappa non con una Bianchi, il marchio usato dalla Jumbo Visma, ma con una Canyon del Team Movistar.
L’aiuto di Sciandri a Tolhoek
Queste stranezze hanno fatto salire un clima di sospetto intorno a Roglic e alla Jumbo Visma, perché la bici del corridore sloveno non arrivando a Como sull’ammiraglia della squadra non sarebbe stata messa a disposizione dei commissari che effettuano i controlli contro le frodi tecnologiche. In realtà dietro a questa vicenda c’è stato solo un gesto di sportività di Max Sciandri, il Ds della Movistar. Dopo che Tolhoek aveva scambiato la sua bici con Roglic per farlo ripartire alla svelta, il corridore olandese si è trovato in difficoltà, con il cambio inutilizzabile e senza l’assistenza della sua ammiraglia, rimasta colpevolmente indietro per espletare un bisogno fisiologico.
Sciandri ha così trovato il povero Tolhoek in panne e gli ha offerto una bici Canyon della Movistar con cui concludere la tappa. Il Ds della squadra spagnola ha anche cambiato i pedali, visto che la Jumbo usa gli Shimano e la Movistar i Campagnolo, ed ha poi dato la bici a Tolhoek caricando sulla macchina la Bianchi usata inizialmente da Roglic.
Sciandri: ‘Ho fatto quello che dovevo’
Il tecnico della Movistar ha poi raccontato la vicenda quando si sono iniziati ad alzare i sospetti sul comportamento della Jumbo Visma e su quella bici sparita di Roglic. “L’ho presa e caricata in ammiraglia e l’ho portata al traguardo. Alla fine della tappa l’ho restituita alla Jumbo Visma, tutto qui” ha dichiarato Sciandri.
“Perché non l’ho detto prima? Nessuno me l’aveva chiesto. Ho fatto quello che dovevo fare da sportivo e poi se volevano dire qualcosa spettava alla Jumbo. Mi spiace solo che la gente sospetti di Roglic e non so il perché francamente” ha continuato il tecnico italo britannico.
Sciandri ha commentato anche l’atteggiamento dell’ammiraglia di Roglic, sottolineando l’errore che hanno commesso fermandosi per un bisogno fisiologico. “Ho fatto il Lombardia tante volte e il percorso della tappa di domenica era lo stesso. In quel tratto ho sempre desiderato fermarmi per fare un bisogno perché è una breve finestra per rilassarsi dopo il su e giù tra Ghisallo e Sormano. Ma naturalmente non l’ho mai fatto, non devi mai lasciare per un secondo il tuo leader” ha dichiarato il tecnico della Movistar.