La nazionale azzurra di Davide Cassani esce come trionfatrice dai Campionati Europei di Alkmaar. La corsa che ha assegnato la maglia di campione continentale è stata condotta dall’Italia, che ha scardinato la resistenza dell’Olanda di Dylan Groenewegen, attesissimo sulle strade di casa e considerato il favorito numero uno. Nonostante un percorso molto banale, interamente cittadino e senza nessuna difficoltà altimetrica, gli azzurri sono riusciti a cambiare la corsa rispetto a quello che sembrava il copione già scritto di una volata a ranghi compatti.

Un attacco frontale a 65 km dal traguardo ha portato ad una fuga di 13 corridori che poi ha lanciato nel finale Elia Viviani alla vittoria.

Europei, azzurri all’attacco

I Campionati Europei, alla quarta edizione per la categoria professionisti, promettevano una sfida tra sprinter sul veloce circuito olandese di Alkmaar. Il circuito senza nessuna salita, la distanza ridotta a circa 170 km e la starting list con diverse decine di corridori di secondo e terzo piano non sembravano offrire grandi promesse di spettacolo.

Invece la corsa è stata più scoppiettante e movimentata del previsto e gli olandesi si sono fatti sfuggire di mano la situazione molto presto. A 65 km dall’arrivo gli azzurri hanno infatti forzato il ritmo in testa al gruppo approfittando del tratto un po’ più tortuoso del circuito. Prima Ballerini e poi Trentin hanno sfilacciato il plotone creando un frazionamento che ha portato all’attacco tredici corridori.

Tra questi ben quattro azzurri, Trentin, Viviani, Cimolai e Consonni, oltre a Ackermann, Senechal, Lampaert, Mezgec e Asgreen.

L’Olanda è rimasta sorpresa ed ha dovuto spendere tutte le sue energie per un difficile inseguimento, anche perché il drappello al comando ha marciato con buon accordo imponendo un forte ritmo. I compagni di Groenewegen hanno poi trovato la collaborazione dei norvegesi e sono riusciti a riportarsi ad una ventina di secondi dai battistrada.

Fuga a tre con Viviani

Il braccio di ferro tra fuggitivi e gruppo è sembrato potersi spostare a favore di un ricompattamento, ma un movimento a sorpresa ha rimescolato le carte in tavola. Nella fuga il tedesco Selig ha creato un buco dietro al suo capitano Ackermann mandandolo di fatto all’attacco insieme a Viviani e Lampaert. I tre hanno ridato grande vigore all’azione, grazie all’impulso di un Lampaert rimasto fin lì abbastanza guardingo. Gli altri attaccanti hanno invece mollato e sono stati presto raggiunti dal gruppo che però non ha più trovato le energie per continuare l’inseguimento.

Viviani si è così trovato a giocarsi il titolo con un altro dei velocisti più forti, Ackermann, e con uno specialista delle classiche suo compagno alla Deceuninck, Lampaert.

Il belga ha cercato la stoccata solitaria a 3 km dal traguardo e lo sprinter veronese ha avuto la lucidità per approfittare del lavoro di Ackermann per poi farlo fuori con una volata e tornare su Lampaert. Il belga è sembrato poi accontentarsi della situazione acquisita tirando il finale e concedendosi all’inevitabile sorpasso di Viviani negli ultimi 200 metri, con dedica a Bjorg Lambrecht, il corridore morto al Giro di Polonia. Lampaert si è preso una bella medaglia d’argento davanti a Ackermann, mentre Kristoff ha regolato il gruppo per il quarto posto, con Groenewegen solo 12°.

‘Un Elia nuovo’

La maglia di Campione d’Europa è così rimasta in Italia, con Viviani che succede a Trentin, con l’augurio che questa bella e spettacolare corsa possa dare la spinta all’evento continentale per trovare una collocazione migliore nel calendario sempre più compresso del Ciclismo.

Al termine della corsa Elia Viviani ha voluto rimarcare il valore della vittoria, arrivata nel modo più inaspettato per un velocista, con una fuga partita a più di 60 km dall’arrivo. “Credo che oggi abbiate conosciuto un Elia nuovo, un Viviani che non ha paura di fare una gara dura e che corre anche qualche rischio. Quando ci sono le gambe però è giusto farlo” ha dichiarato il nuovo Campione d’Europa.