Il trionfo di Alberto Bettiol al Giro delle Fiandre resta uno dei momenti più esaltanti per il Ciclismo italiano in questa stagione 2019. Il toscano era atteso da tempo tra i grandi protagonisti delle classiche, ma a 26 anni non era ancora riuscito a centrare neanche una vittoria. In uno degli appuntamenti più prestigiosi il corridore della EF ha sfoderato la stoffa del campione vero, vincendo il Fiandre alla maniera dei grandi, con un attacco frontale nel punto chiave della corsa, il muro dell’Oude Kwaremont.

Bettiol: ‘Sovraccaricato di pressione’

Il ciclismo italiano aspettava una vittoria al Giro delle Fiandre da ben dodici anni, da quando Alessandro Ballan colse il successo nell’edizione 2007. Questo improvviso exploit arrivato in maniera tanto straordinaria si è rivelato come un boomerang per Bettiol. Dopo qualche altra apparizione poco convincente nelle classiche di primavera, il corridore della EF si è rivisto sul podio ai Campionati italiani, ma negli ultimi tre mesi di corse non è riuscito a centrare neanche una top ten. Il Ct Cassani gli ha dato comunque fiducia consegnandogli una maglia da titolare per i Mondiali. Bettiol è rimasto nel vivo della corsa iridata fino all’ultimo giro per concludere al 25° posto, una prestazione di discreto livello ma troppo lontana da quel magico Giro delle Fiandre.

Alberto Bettiol ha spiegato che questo vistoso calo dopo la vittoria nella classica fiamminga è stato dovuto essenzialmente a motivi psicologici. “A volte mi sono sovraccaricato di pressione come è avvenuto nella seconda parte della stagione, quando ho cominciato a pretendere troppo da me stesso. Pretendevo di riprovare le sensazioni vissute al Fiandre” ha dichiarato il 26enne toscano a Repubblica.

‘Una squadra molto umana’

Quella vittoria così importante, la prima della carriera dopo cinque anni di attese e speranze svanite, ottenuta in un modo così sontuoso, ha portato Bettiol ad una sorta di blocco, alla ricerca spasmodica di un altro trionfo altrettanto pieno. “Come se per vincere bisognasse sempre sentirsi come quel giorno, ma non è così.

Quello che mi auguro è di ritrovare la spensieratezza che mi ha fatto vincere il Fiandre” ha raccontato il corridore della EF che ha trovato nella squadra il giusto supporto per uscire da questo periodo di difficoltà.

Bettiol ha spiegato di avere un dialogo molto fitto e aperto con i tecnici della EF, Wegelius, Garate e Guidi, di sentirli quotidianamente anche al telefono oltre che nei periodi di raduni e corse. L’ambiente familiare della squadra americana si sta rivelando quello ottimale per il 26 enne toscano. “La mia squadra è molto umana. Sembra una bischerata ma nel 2020 parlare ogni sera al telefono è difficile” ha dichiarato Bettiol, che per il 2020 punta ad un altro grande successo pur sapendo di dover “crescere, migliorare e trovare continuità”.