Il passaggio di Richard Carapaz dalla Movistar alla Ineos è stato uno dei colpi a sorpresa dell’ultimo mercato del Ciclismo professionistico. Dopo la conquista del Giro d’Italia, lo scalatore ecuadoriano sembrava destinato ad assumere la leadership incontrastata della squadra spagnola, visto il già sicuro addio a Nairo Quintana. Invece Carapaz e il suo procuratore Giuseppe Acquadro hanno ceduto alle ricche proposte della Ineos e la rottura con la formazione diretta da Eusebio Unzuè si è consumata in modo traumatico e con scambi reciproci di accuse.

Ciclismo, Lastras: ‘Il futuro di Carapaz non mi interessa’

Dopo la vittoria del Giro d’Italia, di Richard Carapaz si sono quasi perse le tracce nel resto della stagione. Il corridore ecuadoriano si è preso un meritato periodo di riposo, ma ha pagato anche il deteriorarsi dei rapporti interni con la sua squadra. Grazie alle ottime relazioni con il manager del corridore, Giuseppe Acquadro, il Team Ineos è riuscito ad intavolare una trattativa molto promettente con il vincitore del Giro.

Visto l’atteggiamento del corridore, la squadra spagnola ha deciso di non schierarlo alla Vuelta Espana, che sarebbe dovuto essere il suo ultimo appuntamento stagionale, una scelta che ha di fatto formalizzato la rottura e anticipato l’ufficializzazione della firma del nuovo contratto con la Ineos. In casa Movistar il comportamento di Carapaz è stato visto come un tradimento.

“Lo avranno pagato più di quanto lo pagassimo noi, ma è stato precipitoso perché quest’anno i soldi c'erano. Il suo futuro però non mi interessa. Non è stato leale e non voglio una persona così nella mia squadra”, ha dichiarato il Ds della Movistar Pablo Lastras.

Unzuè: ‘Ero fiducioso che diventasse un pilastro della squadra’

Anche il manager della Movistar, Eusebio Unzuè, ha mostrato tutta la sua delusione per il modo in cui Richard Carapaz ha lasciato la squadra. “Sono rimasto molto ferito dalla sua partenza”, ha dichiarato l’esperto dirigente spagnolo, che aveva pensato al corridore ecuadoriano come al nuovo punto di riferimento della squadra.

“Era il ricambio generazionale, era pronto per guidare il team. Ero fiducioso che diventasse un pilastro della squadra, però quando scopri che un anno, un anno e mezzo prima ha firmato con un’altra squadra e lui continua a dirti di no, allora diventa difficile e questo mi dispiace”, ha dichiarato Unzuè, dicendosi convinto che alla Ineos Carapaz non avrà un ruolo di primo piano come avrebbe avuto restando alla Movistar. “Se è andato per cercare degli spazi, allora con noi ne avrebbe avuti di più rispetto a dove si trova ora”, ha sentenziato Unzuè.