A distanza di molti anni si torna a parlare nel mondo del Ciclismo del tanto discusso caso della positività di Alberto Contador al clenbuterolo. Il campione spagnolo risultò positivo al Tour de France 2010 vinto davanti ad Andy Schleck e dopo una lunghissima battaglia legale, protratta anche durante la stagione successiva, venne squalificato e perse sia quella maglia gialla che la rosa conquistata al Giro 2011. Contador si è sempre difeso imputando quel risultato avverso al consumo di carne contaminata, visto che il clenbuterolo viene usato anche negli allevamenti bovini, ed ora le parole di uno degli esperti che si occuparono di quel caso sembrano dargli definitivamente ragione.

Ciclismo, due grandi giri cancellati a Contador

Il caso Contador esplose quando il Tour de France 2010 era già finito e messo in bacheca dal campione spagnolo. A corsa conclusa fu annunciata la positività del vincitore al clenbuterolo, riscontrata in un controllo avvenuto durante il giorno di riposo della Grande Boucle. Il corridore e i suoi legali portarono come difesa la tesi di una contaminazione alimentare avvenuta a causa di due filetti di carne, ma dopo una lunga battaglia legale nel febbraio 2012 Contador fu squalificato per due anni con effetto retroattivo. Tutti i successi conquistati dal momento del controllo e fino alla notifica della sanzione vennero cancellati. A Contador furono così tolte le vittorie al Tour 2010 e al Giro 2011, una sentenza che il corridore non ha mai accettato giudicandola come una vera ingiustizia.

L’ex campione ha ribadito questo pensiero durante una recente chiacchierata con lo youtuber spagnolo Valentì San Juan e questo intervento ha riportato alla ribalta il caso. Il giornale Marca ha intervistato uno degli esperti antidoping che furono incaricati di studiare la questione, il professor Tomas Martin dell’Università del Tennessee, e questi ha avvalorato la tesi di Contador.

“Gli studi che abbiamo condotto hanno dimostrato che il consumo di carne contaminata, due filetti, potrebbe portare perfettamente alla concentrazione nelle urine riscontrata a Contador per carni provenienti da animali macellati da quattro a otto giorni dopo l’ultima dose di clenbuterolo, ma anche più di otto giorni con l’uso di dosi più alte del solito negli animali” ha raccontato il professor Martin.

‘Il TAS ha preso un’uscita comoda’

L’esperto americano ha anche ricordato come fu bocciata l’ipotesi di una contaminazione dovuta ad un’autotrasfusione. “Allo stesso modo, i nostri studi hanno dimostrato che le teorie dell'autotrasfusione di sangue e plasma contaminate con clenbuterolo erano tecnicamente impossibili” ha continuato il professor Martin, raccontando come il TAS, il Tribunale dello Sport di Losanna, abbia accettato i dati e le conclusioni raggiunte dal gruppo di esperti incaricato di studiare il caso, ma di aver preferito trovare una soluzione un po’ ambigua.

“Decisero che la carne contaminata era estremamente difficile da trovare in Europa, nonostante la professoressa Sheila Bird avesse dimostrato chiaramente che il sistema di monitoraggio non era abbastanza completo da giustificare tale convinzione.

Il TAS prese una comoda uscita decidendo che si trattava di contaminazione alimentare di origine sconosciuta, con la quale il ciclista non era sanzionato per il doping volontario ma per negligenza, per presunto non controllo della fonte di contaminazione” ha ricordato ancora il professore americano.

‘Enorme ingiustizia’

Il professor Martin e gli altri esperti che fecero parte di quel gruppo di lavoro sul caso Contador arrivarono ad una conclusione molto diversa rispetto a quella espressa nella sentenza di squalifica formulata dal TAS. “Sebbene il lavoro di noi esperti sia stato individuale all’inizio, durante la fase finale abbiamo condiviso tutti i dati e abbiamo avuto una visione completa dei diversi aspetti scientifici del caso.

Chiarisco questo per poter dire che sia io che gli altri esperti abbiamo molto chiaro, con un livello molto alto di fiducia, che quando Contador dice che i suoi trionfi gli sono stati tolti ingiustamente, sta dicendo una cosa vera. Dal 2010 ho partecipato ad altri casi riguardanti questa sostanza e tutta questa esperienza mi è servita per rafforzare la mia convinzione che questo corridore ha subito un’ingiustizia enorme” ha dichiarato il professor Tomas Martin.