Lance Armstrong​ è il protagonista di un documentario sulla sua vita trasmesso dall'emittente statunitense Espn. La regista di "Lance" è Marina Zenovich, che in passato ha già realizzato altri docu-film biografici, tra i quali quelli su Roman Polanski e Robin Williams.

La regista americana ha raccontato al Corriere della Sera i dettagli e i vari passaggi che hanno portato alla realizzazione di "Lance". Inoltre ha spiegato che, dopo aver visto insieme a lei una prima proiezione in forma privata, Armstrong non l'ha più contattata. Da qui, Marina Zenovich pensa che probabilmente il documentario non sia piaciuto all'ex campione.

Zenovich: 'La prima parte mi sembra sia piaciuta ad Armstrong, la seconda, quella della caduta, credo di no'

Marina Zenovich durante l'intervista ha detto che, a suo avviso, la prima parte del documentario dev'essere piaciuta a Lance Armstrong, mentre la seconda, quella nella quale si parla della sua "caduta", probabilmente non gli è risultata gradita.

La regista ha rivelato che, dopo la fine dei guai giudiziari dell'ex ciclista, si è pensato di realizzare questo progetto per provare a raccontarne serenamente la vicenda. Armstrong non ha accettato subito, ci ha pensato a lungo, quindi ha deciso di procedere. Marina Zenovich ha precisato che l'ex atleta non ha ricevuto alcun compenso, non ha potuto visionare prima le domande che gli sarebbero state poste, e non ha avuto alcun potere di approvazione sul prodotto una volta terminato.

"Diciotto mesi di lavorazione - ha affermato la cineasta - con decine di incontri con lui e gli altri protagonisti. Ho archiviato senza purtroppo utilizzarle centinaia di ore di conversazione; il materiale era enorme".

La commozione di Armstrong parlando di Ullrich

L'autrice di "Lance" al Corriere della Sera ha sottolineato che Armstrong non si è sottratto a nessuna domanda, ha risposto a tutto.

Ha detto di essere rimasta colpita quando si è messo a piangere parlando di Jan Ullrich. Secondo la regista, l'ex corridore si è rivisto nei problemi di Ullrich, dunque probabilmente si è commosso più per se stesso che non per lo storico rivale.

Ha manifestato un pizzico di rammarico per qualche assenza di peso nel film. Tra questi, ha menzionato il dottor Michele Ferrari - che non ha voluto esserci - e due ex allenatori e direttori sportivi dell'ex ciclista statunitense, Chris Carmichael e Jim Ochowicz.

Infine anche il leggendario campione americano Greg LeMond ha preferito non intervenire.

Nel film viene dato spazio a due dei principali accusatori di Armstrong, gli ex ciclisti Floyd Landis e Tyler Hamilton, i quali hanno spiegato come funzionava il sistema del doping a quei tempi alla Us Postal. Marina Zenovich ha trovato la loro ricostruzione molto dettagliata, definendola "cruciale anche dal punto di vista umano".