Correva l'anno 1908 e il 26 dicembre è una data storica per il pugilato. Nel giorno di Santo Stefano, quasi 112 anni fa, Jack Johnson batteva Tommy Burns allo stadio di Sydney, in Australia, diventando il primo campione del mondo dei pesi massimi di colore. L'impresa avrebbe avuto un incredibile risalto mediatico a livello mondiale, ancor di più negli Usa che delle questione razziali non riescono a liberarsi nemmeno un secolo dopo, figuriamoci in quell'epoca lontanissima. Il prossimo 26 dicembre, esattamente 112 anni dopo, l'Australia potrebbe ospitare un nuovo campionato del mondo dei pesi massimi, il più atteso, che vedrebbe avversari su ring per la terza volta Tyson Fury e Deontay Wilder.

'Potrebbero combattere dinanzi a 45.000 persone con 170 Paesi collegati'

A prospettare la disputa del mondiale WBC dei massimi in terra oceanica è stato il promoter Dean Lonergan in un'intervista rilasciata a Sky Sports. "In quella data siamo quasi all'inizio dell'estate nell'emisfero australe, Fury e Wilder potrebbero combattere davanti a 45.000 persone con almeno 170 Paesi collegati all'evento". La sede pensata da Lonergan è il 'Bankwest Stadium' di Paramatta. "Sarebbe fantastico, darebbe anche modo di celebrare la vittoria di Johnson su Burns del 1908". Ma non è l'unica sede possibile, sono state infatti ventilate le ipotesi di combattere all'Opera House di Sydney o al Marvel Stadium di Melbourne.

Stando ad alcune indiscrezioni circolate prima dell'intervista di Lonergan, anche Macao e la Cina si sarebbero fatte avanti per ospitare l'evento.

Unica certezza è che il match si farà

Lo scorso febbraio, pochi giorni prima che l'attenzione del mondo si spostasse su qualcosa di ben diverso dallo sport, Tyson Fury era tornato sul trono dei pesi massimi battendo Deontay Wilder per TKO al settimo round a Las Vegas: era la seconda sfida tra i due pugili dopo quella disputata a Los Angeles l'1 dicembre 2018, chiusa in parità.

Il risultato del rematch sorprese gli addetti ai lavori per la superiorità dimostrata dal britannico in tutto l'arco delle sette riprese e, soprattutto, per l'improvvisa fragilità dimostrata da Wilder che nel corso della sua carriera, oltre a non essere mai stato battuto, non era mai finito al tappeto. Chiaro che l'ulteriore rinvio a dicembre del terzo match (inizialmente programmato a luglio e, poi, idealmente rinviato a ottobre) ritarderebbe ancora la sfida per l'indiscusso con Anthony Joshua che detiene le corone WBA, IBF, IBO e WBO e che, comunque, dovrà metterle in palio contro Kubrat Pulev in un match la cui data è ancora da fissare dopo il rinvio dei mesi scorsi.

Quest'ultimo combattimento è bene ricordare che è stato 'chiamato' dalla IBF in quanto Pulev è lo sfidante 'obbligatorio' della federazione. Considerate le indiscrezioni su Fury vs Wilder 3, Joshua in caso di vittoria contro il bulgaro farebbe anche in tempo a rispettare un'altra sfida obbligatoria, quella della WBO il cui sfidante designato è l'ex campione indiscusso dei massimi leggeri, Oleksandr Usyk.