Indipendentemente dall'emergenza sanitaria, per Roger Federer la stagione è già finita. Dopo il secondo intervento al ginocchio nell'arco di pochi mesi, il fuoriclasse svizzero ha dato l'arrivederci al 2021, del resto i suoi principali obiettivi stagionali si sono dovuti arrendere a qualcosa di più grande. Wimbledon 2020 è stato annullato, le Olimpiadi rinviate: sono traguardi che il 're' cercherà di raggiungere il prossimo anno quando tra l'altro entrerà negli 'anta'. Per un atleta di quell'età pensare al 'dopo' è obbligatorio, Federer preferisce non pensarci anche se ammette che, per quanto accaduto in questa travagliata stagione, un pensierino ad appendere la racchetta al chiodo lo aveva fatto.

L'occasione per parlare di questo arriva da un evento commerciale che lo ha visto protagonista, la presentazione delle "The Roger Centre Court 0-Series", la sua nuova linea di scarpe. A margine della conferenza, Roger si è concesso ai microfoni di numerose emittenti, tra cui la svizzera Srf.

'Tornare a certi livelli presuppone un cammino molto lungo'

Il 20 volte vincitore di Slam evidenzia come il lockdown sia stato un momento opportuno per una riflessione. "C'era l'epidemia, le due operazioni. Ho dunque pensato se era o meno il caso di proseguire. Magari sembra semplice, ma tornare a certi livelli presuppone un cammino molto lungo. Quando si recupera da un infortunio ci vuole pazienza e bisogna prendersi tutto il tempo utile per pensare".

In merito al periodo peggiore dell'epidemia di coronavirus, Federer rivela di non aver visto i propri genitori per tre mesi, così come tante persone che hanno dovuto purtroppo sottostare alle regole di isolamento e distanziamento sociale. "Siamo stati attenti a quello che disponeva il governo - dice - ma non è ancora finita e anche oggi dobbiamo proseguire a essere prudenti".

'Wimbledon mi ha dato tutto e mi manca tanto'

La presentazione della sua nuova linea di scarpe sportive non è caduta in un giorno casuale. Il 6 luglio di 17 anni fa, infatti, Federer vinceva il primo dei suoi otto titoli a Wimbledon. Due anni prima, invece, si era preso il lusso di eliminare Pete Sampras. "La vittoria su Pete è stata la svolta della mia carriera perché ho pensato che se potevo battere lui, potevo farcela con chiunque.

Era la prima volta che giocavo sul Campo Centrale di Wimbledon". Quello stesso campo che, più di ogni altro, ha definito la sua leggenda. "Mi manca tanto e in questo momento il mio più grande desiderio è quello di essere lì, vorrei giocare sul Centrale per ottenere la qualificazione alla seconda settimana del torneo. Disputarlo il prossimo anno è uno dei miei grandi obiettivi e per questo mi alleno tutti i giorni: Wimbledon mi ha dato tutto".