Anche Il Lombardia, come le altre classiche di questo strano agosto del Ciclismo, ha regalato grandi emozioni e brividi intensi. La corsa è stata durissima, con i corridori arrivati tutti uno ad uno con distacchi pesanti. Remco Evenepoel ha comandato le operazioni, facendo immaginare un nuovo show personale, ma il ventenne belga è poi caduto nella difficile discesa dal Muro di Sormano, volando oltre il muretto a bordo strada.

A decidere le sorti del Lombardia sono stati quindi due attacchi di Jakob Fuglsang, prima sul Civiglio e poi sul San Fermo della Battaglia, con cui il campione danese si è isolato al comando andando a vincere sul lungolago di Como.

Il Lombardia: Evenepoel fa selezione, poi il brutto volo

Questa strana edizione de Il Lombardia, anticipato da ottobre al giorno di Ferragosto a causa della rivoluzione imposta al calendario dall’emergenza sanitaria, è iniziata con un minuto di raccoglimento al via di Bergamo, un ricordo e omaggio alle vittime del coronavirus in una delle città più colpite dalla pandemia. Poi la corsa è scivolata via veloce ad oltre 44 di media nelle prime due ore, grazie ad una fuga di undici corridori tra cui Vakoc, Riabushenko, Pasqualon, Savini e Frapporti.

Remco Evenepoel ha presto chiarito i suoi propositi bellicosi per questo suo debutto in una classica monumento, correndo con grande personalità ed imponendo con la propria squadra un ritmo sostenuto sulla salita del Ghisallo, dove tutti i fuggitivi sono stati raggiunti. La Deceuninck ha continuato la sua azione con Devenyns anche sulla Colma di Sormano, fino all’ingresso sul Muro, dove la Astana si è fatta avanti diventando il punto di riferimento della corsa.

Sulle durissime pendenze del Muro di Sormano la selezione è stata micidiale. Davanti sono rimasti Jakob Fuglsang e Alexander Vlasov (Astana), George Bennett (Jumbo Visma), Remco Evenepoel (Deceuninck Quickstep) e il tridente della Trek Segafredo, un po’ in affanno ma ancora compatto, composto da Nibali, Ciccone e Mollema. Per tutti gli altri, da Van der Poel a Carapaz e Ulissi, sparpagliati sul Muro, la corsa al successo è già finita qui.

La discesa verso il lago di Como, molto tecnica e pericolosa, ha visto Nibali prendere l’iniziativa. Evenepoel è apparso un po’ in difficoltà e in una curva ha allargato la traiettoria finendo contro il muretto e volando nel vuoto. Sulla corsa è calato il gelo, ma le prime immagini e notizie sul ventenne belga hanno un po’ rasserenato gli animi. Evenepoel non ha mai perso conoscenza, è stato stabilizzato e trasportato in ospedale per gli accertamenti.

Fuglsang, il Lombardia dopo la Liegi

Il Lombardia è così continuato con sei uomini al comando, il tridente della Trek, la coppia Astana Fuglsang – Vlasov e l’isolato Bennett.

Nibali è sembrato patire qualche crampo nel tratto di lungolago prima della salita di Civiglio ed ha poi deciso di mettersi al servizio dei compagni Ciccone e Mollema tirando il gruppetto sulla penultima ascesa di giornata. Dopo il lavoro del campione siciliano i valori emersi hanno respinto i suoi compagni di squadra. Fuglsang è scattato deciso seguito da Bennett, ed anche Vlasov è riuscito a riportarsi sotto con una certa facilità, tagliando così del tutto fuori la Trek dai giochi per il successo.

La Astana ha deciso di non sfruttare la superiorità numerica per mettere in mezzo Bennett, ma ha contato sulla classe e le doti di fondo di Fuglsang. La sfida finale sul San Fermo della Battaglia ha fatto emergere chiaramente la diversa caratura del danese.

Dopo un primo attacco di Bennett che ha messo alle corde Vlasov, il rilancio di Fuglsang verso metà salita è stato risolutivo.

Il capitano della Astana è andato via di forza e non ha più avuto cedimenti fino al traguardo di Como, aggiungendo così questo Lombardia alla Liegi conquistata lo scorso anno. Bennett ha difeso un bel secondo posto, un podio di prestigio per un corridore spesso destinato a compiti di gregariato, mentre il rampante Vlasov ha concluso terzo. Mollema, Ciccone e Nibali hanno finito dal quarto al sesto posto per una Trek forte ma un po’ spuntata, mentre Schachmann ha chiuso settimo dopo essere stato buttato a terra da una macchina entrata chissà come sul percorso nelle fasi finali, un episodio davvero increscioso.

Da segnalare i ritardi enormi a testimonianza di una corsa durissima per il percorso e il caldo: dal primo al decimo, Van der Poel, oltre sei minuti, per arrivare agli oltre dieci minuti del quindicesimo arrivato, Herrada.