Dopo due settimane di Tour de France non si è ancora visto il miglior Egan Bernal, quello scalatore dal ritmo insostenibile per i rivali che un anno fa staccava tutti in alta montagna vincendo la maglia gialla. Il capitano della Ineos è sceso in terza posizione dopo la tappa di ieri sul Puy Mary, scavalcato anche da Tadej Pogacar dopo aver già ceduto terreno a Primoz Roglic nella prima settimana di questo Tour de France. I due sloveni hanno dimostrato di avere una marcia in più in salita e questo ha lasciato un po’ sorpreso Bernal, soprattutto perché i risultati e l'immagine di un corridore in netta difficoltà sono stati in netta controtendenza rispetto ai dati in mano alla Ineos sulle prestazioni del corridore.

Egan Bernal: ‘Loro erano più forti’

L’arrivo in salita della tredicesima tappa del Tour de France, quello che ha portato la corsa a Puy Mary, ha riproposto la supremazia dei due campioni sloveni, Primoz Roglic e Tadej Pogacar, già emersa nelle prime tappe impegnative. Egan Bernal, atteso al via come il mattatore sulle montagne di questo Tour, ha dovuto interpretare la corsa in maniera puramente difensiva, forse per una condizione non al top o per un percorso che favorisce corridori più esplosivi di lui non avendo quelle salite lunghe e ad alte quote che predilige.

Nel dopo corsa Bernal non si è detto deluso delle sue prestazioni, tutt’altro, sottolineando come l’analisi fatta nel Team Ineos abbia estrapolato dalla sua scalata al Puy Mary dei dati particolarmente interessanti.

“Mi sentivo bene e ho fatto del mio meglio, ma loro erano più forti” ha dichiarato Bernal riferendosi a Roglic e Pogacar. “Non posso fare altro, mi sono sentito bene per tutto il giorno. Vedremo cosa succederà nelle prossime tappe” ha continuato il campione in carica del Tour de France.

‘Cerco di tenere il morale alto’

Questa situazione che lo vede in ritardo in classifica nonostante i dati prestazionali molto buoni sta lasciando delle sensazioni un po’ strane a Bernal, che non sa come opporsi allo strapotere dei suoi rivali.

“Sto esprimendo i miei migliori valori di sempre, ma gli altri sono più forti. Devo accettarlo” ha dichiarato il capitano della Ineos senza nascondere la sua insoddisfazione. “Devo rimanere concentrato e guardare alla corsa giorno per giorno. È frustrante, ma cerco di tenere il morale alto e fare del mio meglio” ha ammesso Bernal.

Il campione in carica avrà ora una serie di tappe che sulla carta sembrano più adatte alle sue doti di scalatore e fondista, anche se in questo Tour de France mancano quelle salite ad altissima quota che un anno fa erano state il suo terreno di conquista. Domani, domenica 13 settembre, la corsa arriverà sul Grand Colombier, una salita di 17 km, e poi soprattutto mercoledì la tappa di Meribel Col de la Loze si preannuncia come quella ideale per un corridore come Bernal.