Lo scorso sabato 21 maggio si è corsa la tappa numero 14 del Giro D'Italia, che ha visto il gruppo scalare il monte Zoncolan, tra i più iconici del nostro Ciclismo professionistico. In quell'occasione a trionfare è stato Lorenzo Fortunato, giovane corridore italiano che corre per il team della Eolo Kometa. L'azzurro, bolognese di soli 25 anni, è stato in quella tappa protagonista di una tappa ascesa sul monte friulano, contraddistinta poco prima dell'arrivo dalla presenza di un tifoso che, per incitarlo, lo ha spintonato. Un gesto, questo, che nessuno dovrebbe mai fare: lo spintone, infatti, ha sbilanciato Fortunato e ha rischiato di farlo cadere quando mancava poco più di un chilometro all'arrivo.

Questo gesto ha scatenato numerose polemiche sia tra i tifosi che tra gli addetti ai lavori, con molti che hanno chiesto delle sanzioni. Nelle ultime ore il tifoso ha rivelato la propria identità e sarà perseguito dalla legge.

La 'caccia' al tifoso è partita già da sabato, con le dichiarazioni di Cainero

A partire dalle prime ore immediatamente successive alla fine della tappa era partita la 'caccia' al tifoso. Poco dopo la vittoria di Fortunato, infatti, è intervenuto ai microfoni di 'Telefriuli' Enzo Cainero, organizzatore delle tappe in terra friulana. Quest'ultimo ha chiesto sin da subito una pena esemplare per il tifoso, definito "incosciente" in quanto ha rischiato di compromettere la salute e la performance sportiva del ciclista italiano.

L'organizzatore, in quell'occasione, aveva ammesso di aver fatto richiesta agli agenti della Digos di agire per individuare i responsabili di quanto avvenuto, sottolineando come, secondo lui, fosse impossibile mettere a rischio il lavoro di centinaia di persone e la gara di un giovane corridore a causa di un "irresponsabile".

Ma la ricerca del tifoso era stata portata avanti anche dai corridori mediante degli appelli sui social effettuati dall'associazione ACCPI (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani).

Il tifoso che ha spintonato Fortunato ha contattato Cainero

Poche ore fa, ai microfoni del Messaggero Veneto, Cainero ha aggiornato sulla vicenda affermando di essere stato contattato telefonicamente dal tifoso, mettendo di fatto fine alla caccia per scoprire la sua identità.

Nonostante tale gesto, comunque, l'organizzatore ha garantito che il tifoso verrà perseguito dalla legge. Ciò è necessario, secondo Cainero, in quanto serve "un gesto forte" per evitare che tali comportamenti vengano emulati da altre persone.

Il tifoso è stato poi fermato poco prima che compisse un secondo gesto irresponsabile da Gilberto Simoni, ex corridore 're' delle scalate sullo Zoncolan nel 2003 e nel 2007. Simoni, commentando la vicenda, ha affermato di aver notato il tifoso già prima dello spintone a Fortunato in quanto "particolarmente focoso e desideroso di mettersi in mostra".