Anche senza rivoluzionare la classifica finale, le ultime montagne di questo Giro d’Italia hanno regalato emozioni e brividi. Nella Verbania – Alpe Motta, penultima frazione del Giro alla vigilia della crono di domani a Milano, Egan Bernal ha condotto in porto con sicurezza la sua maglia rosa. Ma a regalare una giornata di grande Ciclismo ci ha pensato Damiano Caruso, partito all’attacco nella discesa del Passo San Bernardino, quando all’arrivo mancavano più di cinquanta chilometri. La Ineos ha gestito la situazione e Bernal non ha mai corso realmente dei rischi, anche per la giornata negativa di Simon Yates, che sull’ultima salita si è staccato.

Caruso ha concretizzato la sua favola vincendo la tappa ad Alpe Motta e mettendo il sigillo al suo posto sul podio finale.

Giro, DSM in forcing sul San Bernardino

La ventesima tappa del Giro d’Italia ha proposto le ultime montagne della corsa, l’ultima occasione di ribaltare la classifica alla vigilia della crono di domani a Milano. Il percorso ha portato i corridori sulle salite del Passo San Bernardino, della Valle Spluga e dell’Alpe Motta, tra Lombardia e Canton Ticino.

L’avvio è stato anche oggi molto veloce, finchè una fuga è riuscita ad evadere. A comporla nove corridori: Van der Horn, De Bondt, Vervaeke, Visconti, Albanese, Pellaud, Denz, Grosschartner e Jorgenson.

Il gruppo ha però tenuto sotto controllo i fuggitivi con il ritmo imposto dalla Bike Exchange di Yates e dalla Deceuninck di Almeida. A dare una svolta è stata però, a sorpresa, la DSM di Bardet, che per la prima volta in questo Giro d’Italia è passata decisamente all’offensiva. La squadra dello scalatore francese ha alzato il ritmo nella seconda parte del passo San Bernardino, imponendo una decisa selezione e continuando a forzare nella successiva, lunghissima, discesa.

Caruso verso il successo, Bernal mette le mani sul Giro

Proprio nella discesa si è verificato il frazionamento che ha deciso la corsa. Bardet ha attaccato insieme ai compagni Storer e Hamilton, e sono stati pronti ad inserirsi anche Damiano Caruso con Pello Bilbao. Il quintetto è andato a raggiungere e poi staccare i reduci della fuga iniziale, guadagnando una quarantina di secondi sul gruppo.

La Ineos ha difeso alla grande la maglia rosa di Egan Bernal, grazie a due prestazioni monumentali di Castroviejo e Martinez. Lo spagnolo ha tirato per tutto il tratto intermedio dopo la discesa, sulla salita di Valle Spluga e nella successiva discesa senza permettere a Caruso e compagnia di guadagnare ulteriore terreno. Martinez è entrato in azione sull’ascesa finale di Alpe Motta imponendo un passo che ha messo alle corde tutti i rivali di Bernal.

Caruso ha sfruttato il lavoro di Bilbao, ringraziandolo poi con una pacca sulla spalla piena di significati. Poi il corridore della Bahrain Victorius è andato a prendersi l’occasione della vita, una vittoria splendida dopo una carriera passata quasi sempre al servizio degli altri.

Caruso ha retto alla rincorsa orchestrata da Martinez e si è scrollato di dosso Bardet volando verso il successo, appena il terzo in una carriera più che decennale.

Dal gruppo si sono via via staccati Carthy, Vlasov, finchè anche Almeida e Yates hanno cominciato a soffrire lasciando tutti soli i due della Ineos, Martinez e Bernal. La maglia rosa è poi andata a prendersi il secondo posto di tappa dopo aver sfruttato il compagno fino all’ultimo chilometro e a sancire così la sua vittoria in questo Giro d’Italia.

La classifica generale con cui ci si presenta alla cronometro conclusiva di domani a Milano vede Bernal in rosa con 1’59’’ su Caruso e 3’23’’ su Yates.

Le posizioni sul podio sono ormai acquisite, visto anche che il quarto, Vlasov ha un ritardo di oltre sette minuti. Per la top ten le uniche posizioni ancora in ballo sono quelle oltre il quinto posto, con il previsto tentativo di rimonta di Almeida, ora ottavo.