Esistono verità oggettive e punti di vista. Nell'eterna lotta fra i tre più grandi fuoriclasse del Tennis contemporaneo c'è un punto di vista che possiamo definire oggettivamente comune. Se parliamo di Slam, infatti, il Roland Garros è quello della svolta perché più di ogni altro è oggettivamente il torneo di Rafa Nadal. Lo ha vinto 13 volte in carriera, su 20 titoli Slam complessivi ed è evidente che batterlo sulla terra rossa di Parigi è un'impresa fuori dal comune, anche se vista con gli occhi di due campioni fuori dal comune come Roger Federer e Novak Djokovic.
Quest'ultimo c'è appena riuscito, sollevando il prestigioso trofeo per la seconda volta in carriera e mettendo di fila il secondo major consecutivo dopo quello vinto a Melbourne. Si trova dunque a 19 Slam vinti in carriera, soltanto uno in meno dei due grandi rivali appaiati a quota 20, ma in questo 2021 c'è in gioco qualcosa di più grande. Nole ha vinto i primi due Slam, se dovesse ripetersi a Wimbledon e agli Us Open non solo opererebbe lo storico sorpasso, ma eguaglierebbe un primato unico, quello del Grande Slam stagionale. In tal caso si esce dalla storia e si entra nella pura leggenda, soltanto un tennista c'è riuscito nell'Era Open ed è stato Rod Laver nel 1969, fermo restando che lo stesso Laver c'era riuscito da dilettante nel 1962 eguagliando in tal senso Don Budge, ma questa è un'altra storia.
Corsa verso la storia
Mancano una decina di giorni all'inizio dell'edizione 2021 del torneo di Wimbledon e l'ultimo punto messo giù, sull'erba più prestigiosa del mondo, è stato dello stesso Djokovic che nel 2019 aveva battuto Federer al termine di una delle partite più belle di sempre. L'anno scorso il torneo non si disputò a causa della pandemia e fu l'unico Slam a saltare. Tra gli avversari di Nole non ci sarà Nadal che ha già annunciato la sua defezione, al contrario Federer sarà al via cercando di inseguire ulteriormente la sua leggenda nel torneo che, più di ogni altro, l'ha creata. Il 're' sta per compiere 40 anni, le sue condizioni fisiche dopo il lungo stop sono tutte da verificare, eppure gli Dei del tennis potrebbero ancora benedirlo o, meglio, al momento non lo sappiamo e siamo costretti a fidarci solo perché lui si chiama Roger Federer.
Wimbledon e poi New York con in palio la storia e, probabilmente, il virtuale titolo di Goat, Greatest Of All Times.
Djokovic: 'Non sento il bisogno di dare la mia opinione'
In una recentissima intervista ai media serbi, Djokovic ha però preferito non entrare nel merito. "Capisco che tutti volete conoscere il nostro parere sul Goat, ma io non so le opinioni di Rafa e Roger e non sto qui a discutere di quelli che dovrebbero essere i criteri di valutazione. Pertanto - ha evidenziato il numero 1 Atp - lascio decidere agli altri: lo stabiliscano gli esperti, gli analisti e i tifosi. Posso solo esprimere la mia soddisfazione quando vinco uno Slam, è una motivazione straordinaria perché parliamo degli eventi più importanti del nostro sport".
Se parliamo di cifre, Djokovic è riuscito a vincere almeno due volte tutti i major e tutti i Masters 1000 del circuito e detiene da questa stagione il primato assoluto di settimane complessive da numero 1 del mondo. "Sono d'accordo che sia incredibile e ne sono orgoglioso, ma non sento la necessità di esprimere la mia opinione sulla questione Goat, anche perché sto ancora giocando. Dunque proseguirò a farlo, cercando di vincere ancora tornei Slam perché sono quelli che contano di più, insieme al record di settimane da numero 1".