Il sipario sul Ciclismo su strada è già calato da diversi giorni alle Olimpiadi di Tokyo, ma al già caldo ambiente della nazionale azzurra si è aggiunta una nuova polemica. Se nei giorni scorsi si sono alzati i toni tra il Ct del settore maschile Davide Cassani e i vertici federali, ora è Tatiana Guderzo a tuonare contro il tecnico Edoardo Salvoldi e alcune azzurre per la sua mancata convocazione.

Guderzo è una delle atlete di maggior esperienza e valore del ciclismo femminile in Italia, e nelle grandi manifestazioni si è sempre fatta trovare pronta, come dimostrano le quattro medaglie vinte tra mondiali e Olimpiadi.

Guderzo: 'In quel finale io ci sarei stata'

Classe '84, vicentina di Marostica, Tatiana Guderzo è uno dei punti di riferimento del ciclismo femminile in Italia dal 2004, quando conquistò la medaglia d'argento ai mondiali di Verona. Da allora ha conquistato anche il titolo iridato ai mondiali di Mendrisio 2009, il bronzo di Innsbruck 2018 e una medaglia anche alle Olimpiadi di Pechino 2008, ancora di bronzo.

Guderzo non ha messo a segno molte vittorie nella sua ormai lunga carriera, ma si è distinta tra le atlete più solide e continue, soprattutto nei grandi eventi con la maglia azzurra, in cui ha sempre sfoderato le prestazioni migliori.

A 37 anni la vicentina pensava di poter vivere un gran finale di carriera disputando la sua quinta Olimpiade.

Il percorso abbastanza impegnativo di Tokyo 2020 e i risultati ottenuti in questa stagione, tra cui il doppio podio ai campionati italiani in linea e a cronometro, e l'ottavo posto in classifica generale al Giro d'Italia, sembravano darle delle buone chance di convocazione. Invece il Ct Edoardo Salvoldi ha preferito fare altre scelte, chiamando Marta Bastianelli, Soraya Paladin e Marta Cavalli al fianco dell'indiscussa leader Elisa Longo Borghini.

Qualche giorno dopo la conclusione del programma olimpico del ciclismo su strada, Tatiana Guderzo ha chiarito di non aver ancora digerito questa mancata convocazione, anche alla luce dell'andamento della corsa di Tokyo 2020 e del rendimento di alcune azzurre.

L'ex iridata ha raccontato al Giornale di Vicenza di aver acceso la Tv a 30 km dall'arrivo della corsa olimpica.

"Nel gruppetto davanti c'erano Longo Borghini e Cavalli, ho visto atlete che al Giro d'Italia erano con me o dietro di me e ho avuto la certezza che in quel finale io ci sarei stata", ha commentato Guderzo.

'Convocazioni sulla fiducia'

La campionessa vicentina ha raccontato di aver preparato al meglio questa stagione pensando solo alle Olimpiadi e continuando ad allenarsi anche dopo un infortunio rimediato l'8 maggio in Spagna. Guderzo ha attaccato il Ct Salvoldi per la convocazione di Marta Bastianelli, pur senza farne direttamente il nome.

"Ho imparato che esistono le convocazioni sulla fiducia. Mi pare chiaro che non tutte le italiane abbiano dimostrato di meritare la chiamata a Tokyo. Capisco la decisione del Ct di portare un'atleta forte in volata, ma prima si dovrebbe valutare bene se quell'atleta è in una condizione adeguata per affrontare un'Olimpiade", ha accusato Guderzo, facendo i complimenti a Marta Cavalli e in particolare ad Elisa Longo Borghini che ha portato a casa una medaglia di bronzo.

A vincere la corsa in linea delle Olimpiadi di Tokyo 2020 è stata l'austriaca Anna Kiesenhofer, autentica sorpresa. Partita in fuga all'inizio della corsa insieme ad altre atlete, Kiesenhofer ha acquisito un vantaggio di oltre dieci minuti grazie all'attendismo del gruppo.

L'austriaca ha poi staccato le compagne d'avventura resistendo al tardivo tentativo di rincorsa orchestrato dalle olandesi. Nel finale Longo Borghini è uscita dal gruppo dietro ad Annemiek Van Vleuten, ed è andata a prendersi la medaglia di bronzo come a Rio 2016.