Fabio Aru si ritira dal Ciclismo professionistico. Dopo tre anni di vero calvario passati alla UAE Emirates, qualche timido segnale dato in questa stagione con la Qhubeka NextHash, il corridore sardo ha annunciato il suo addio alle corse alla vigilia del via della Vuelta Espana, che parte sabato 14 agosto da Burgos e che lo vedrà per l'ultima volta in mezzo al gruppo.

Aru ha vissuto alla Vuelta alcuni dei momenti migliori della sua carriera, su tutti la vittoria assoluta nel 2015, e vuole chiudere il cerchio di una carriera tormentata, iniziata tra grandi promesse, ma finita precocemente tra problemi di salute, cadute e difficoltà varie.

Aru: ‘Nel 2014 battagliavo con Contador e Froome’

Dopo il disastro dell’avventura in UAE Emirates, in questa stagione Fabio Aru ha trovato nella Qhubeka NextHash un ambiente familiare in cui cercare di ritrovare sé stesso e una certa competitività, ma soprattutto il piacere di pedalare e correre. Non è stata una stagione facile per Aru, che ha avuto più ombre che luci. Il ritiro al Campionato Italiano e il forfait al Tour de France avevano dato un chiaro segnale di un corridore ormai troppo lontano dai livelli raggiunti nei primi anni della carriera, alle prese con problemi fisici e psicologici troppo grandi per poter tornare a competere davvero.

Dopo aver rinunciato al Tour de France, il corridore sardo ha deciso di impegnarsi in un calendario di corse minori, una scelta che gli ha dato la motivazione per vivere almeno un ultimo scorcio di carriera a livelli dignitosi.

Già al Sibiu Tour di luglio lo scalatore della Qhubeka è apparso più incisivo rispetto alla prima parte della stagione, e nella Vuelta Burgos della scorsa settimana si è rivisto finalmente un Aru a buoni livelli.

L’ex Campione d’Italia ha concluso al secondo posto in classifica generale, dietro a Landa, un risultato che può essere considerato il migliore degli ultimi quattro anni.

Rinfrancato da questa buona prestazione, Aru ha confermato la presenza alla Vuelta Espana, che parte sabato 14 agosto da Burgos, annunciando però che questa sarà la sua ultima apparizione da ciclista professionista.

Il corridore della Qhubeka ha parlato in un primo tempo solo degli obiettivi da porsi in questa sesta presenza nella corsa spagnola, e solo due giorni prima del via ha ufficializzato che questa sarà la corsa con cui chiuderà la carriera.

"Ho ottimi ricordi qui” ha dichiarato Aru nel comunicato con cui la squadra sudafricana ha ufficializzato la sua formazione. “La mia prima Vuelta è stata nel 2014, ho vinto due tappe e sono arrivato tra i primi cinque della classifica. Lottavo con grandi campioni come Contador, Froome, Purito e Valverde, ed è stata una fantastica esperienza. Nel 2015 ho vinto la Vuelta, mi ha davvero cambiato la vita” ha continuato Fabio Aru.

‘Decisione non facile’

Aru ha parlato anche delle buone sensazioni che ha avuto nelle ultime corse. “Ho ritrovato un buon feeling in bici, dal Gp di Lugano a Burgos” ha commentato Aru, dicendosi pronto “a dare più del 100% per questa squadra”. Oggi, nel giorno del primo atto ufficiale della Vuelta Espana, la presentazione delle squadre, Fabio Aru ha poi annunciato la sua decisione di chiudere la carriera a fine corsa, una decisione presa per le tante vicissitudini passate negli ultimi anni che ne hanno decretato la discesa nelle retrovie del gruppo.

"Non è una decisione facile, ma ne parlo da tempo con la mia famiglia. Corro in bici da sedici anni, da un decennio come professionista, ma ora è giunto il momento di dare la priorità ad altre cose nella mia vita, la famiglia" ha dichiarato Aru, ringraziando i compagni e il personale delle squadre in cui ha corso, Astana e UAE prima della Qhubeka. "Abbiamo condiviso alcuni momenti incredibili, ne sarò sempre grato", ha raccontato l'ex Campione d'Italia.

Aru ha spiegato che in questa stagione ha ritrovato il piacere di correre. "Sono stato in grado di tornare ad un livello di cui sapevo essere capace, e di sorridere in bici. Questa è una vittoria in sé", ha ricordato il vincitore della Vuelta Espana 2015, che da quei primi successi che avevano illuso su un possibile futuro da fuoriclasse arriva ora a chiudere un cerchio. "È giusto finire qui alla Vuelta Espana, un paese e una corsa in cui ho ricordi incredibili", ha raccontato Aru.