Nonostante gli assalti di tanti altri campioni che hanno segnato la storia del Ciclismo, Miguel Indurain resta ancora oggi l'unico ad aver vinto per cinque volte di fila il Tour de France, la corsa più prestigiosa e ambita. Il campione spagnolo ha dominato un'epoca tutto sommato breve, la prima metà degli anni novanta, ma in cui la sua superiorità sembrava davvero inattaccabile. Grazie alle sue eccezionali doti di passista e specialista delle tappe a cronometro, Indurain riusciva ad accumulare vantaggi importanti sui diretti avversari, che in montagna raramente riuscivano a metterlo in difficoltà, nonostante il suo peso non certo da scalatore.

Bugno: 'Quasi impossibile sconfiggerlo'

L'epoca d'oro di Miguel Indurain è al centro di un documentario che sarà trasmesso domani, giovedì 3 marzo, da Movistar +, piattaforma streaming del gruppo Telefonica. In particolare si ricostruirà il rapporto che gli avversari del campione navarro avevano con l'apparente inattaccabilità della sua posizione di leader delle grandi corse a tappe. Da qui il titolo di "Victimas de Indurain" che è stato dato al documentario. Oltre a ricostruire la carriera di Miguel Indurain, l'opera propone numerose interviste inedite ai più grandi avversari incrociati nella sua carriera, sempre costretti al ruolo degli sconfitti durante il Tour de France e il Giro d'Italia tra il 1991 e il 1995.

Particolarmente interessanti sono le dichiarazioni rilasciate al riguardo da Gianni Bugno. Il due volte Campione del Mondo di ciclismo, finito secondo e terzo nei primi due Tour de France vinti da Indurain, ha raccontato di aver sofferto molto il confronto con Indurain. "Ho cercato di superare la paura che provavo verso Indurain.

Ho capito che era quasi impossibile sconfiggerlo. Ho anche provato ad andare da uno psicologo" ha rivelato Bugno.

Indurain, il re democratico del ciclismo

Anche un altro dei campioni del ciclismo italiano di quell'epoca, Claudio Chiappucci, è tra i protagonisti del documentario. Il corridore varesino fu il più irriducibile avversario di Miguel Indurain, quello che più di ogni altro cercava di attaccarlo in montagna anche con azioni epiche, come quella che lo portò a conquistare la tappa del Sestriere al Tour '92 dopo quasi 200 km di fuga.

Chiappucci ha ricordato un'altra caratteristica di Indurain, quella di lasciare agli avversari le vittorie di tappa quando arrivava al traguardo insieme a loro, accontentandosi di gestire la classifica generale senza avere un atteggiamento cannibalesco. "Lasciar vincere gli altri era un modo di rispettare gli avversari" ha ricordato Chiappucci, che vinse in questo modo la tappa di Val Louron al Tour '91, quando arrivò insieme al campione navarro.

L'atteggiamento di Indurain è stato sottolineato anche dal giornalista Pier Bergonzi, secondo cui il cinque volte vincitore del Tour "era un calcolatore incredibile. Se Merckx era un cannibale che voleva vincere tutto, Indurain era, in un certo senso, un re democratico" ha aggiunto il giornalista della Gazzetta dello Sport.