Il mondo del Ciclismo è ancora sotto shock per la tragedia sfiorata alla Volta Catalunya, dove Sonny Colbrelli è stato colpito da un arresto cardiaco subito dopo l’arrivo della prima tappa. Grazie ai tempestivi soccorsi, il corridore bresciano è stato salvato, ed ora si trova in ospedale a Girona per effettuare una serie di accertamenti che dovranno stabilire le cause del problema. Le buone notizie sulle attuali condizioni di Colbrelli hanno un po’ allentato la tensione, aprendo una serie di riflessioni su quanto sta accadendo nel mondo del ciclismo a proposito della tutela della salute dei corridori.

Ciclismo, Naesen: 'La cosa peggiore per il cuore'

Questo inizio di stagione del ciclismo professionistico è stato segnato da una raffica di ritiri per bronchiti e influenze, e parallelamente dai tanti stop imposti dalle positività alla Covid-19. Emblematico è quanto avvenuto alla Parigi Nizza, dove solo 59 dei 154 corridori partiti sono riusciti a terminare la corsa. Nella gara francese erano presenti anche Sonny Colbrelli e Oliver Naesen, entrambi finiti nell’interminabile lista dei ritirati.

Colbrelli ha preso parte solo alla prima tappa, in cui è apparso in grande difficoltà, e non si è poi presentato al via della seconda a causa della bronchite. Il vincitore della Roubaix è tornato a correre lunedì scorso alla Volta Catalunya, dove al termine della tappa è stato colpito dall’arresto cardiaco.

Oliver Naesen ha vissuto da vicino quanto successo a Colbrelli alla Parigi – Nizza, ed ha messo in guardia dalla superficialità con cui molti corridori affrontano i propri problemi di salute. “Colbrelli aveva la febbre il primo giorno della Parigi – Nizza. Ha continuato a correre con la febbre. La prima regola che ho imparato è di non correre quando hai la febbre, questa è la cosa peggiore per il cuore” ha ammonito Naesen.

'I medici hanno un ruolo importante'

Oliver Naesen ha raccontato di una conversazione avuta con Johan Museeuw, campione degli anni novanta che ha incontrato durante un allenamento. “Mi ha elencato un certo numero di corridori la cui carriera si è interrotta a causa delle corse o degli allenamenti con la febbre. Nel ciclismo ci sono tanti incidenti, ma ci sono anche molti problemi cardiaci” ha avvertito il corridore della AG2R.

Naesen ha chiesto una maggior attenzione anche ai medici delle squadre, che dovrebbero avere l’autorevolezza per fermare i corridori quando ci sono rischi per la salute. “È un campanello d’allarme, qualcosa di reale, a cui penso molto e che ora è più che mai d’attualità. Sfortunatamente sono già stato ad alcuni funerali di colleghi, non lo dimenticherò mai. Questo dimostra che i medici delle squadre hanno un ruolo importante. Sono loro che devono tutelare la salute dei corridori. Se lasci che un atleta decida da solo continuerà sempre a correre” ha dichiarato Oliver Naesen.