Esattamente cinquant'anni fa, il 25 ottobre del 1972, Eddy Merckx compì una delle imprese più sensazionali della sua carriera. A Città del Messico in altura, nel velodromo costruito quattro anni prima per i Giochi Olimpici, il campione belga stabilì un record dell'ora destinato a durare per ben dodici anni. Merckx arrivò a quella sfida, una delle più affascinanti e dure del Ciclismo e dello sport in genere, al culmine di una stagione massacrante che lo aveva visto sbaragliare il campo nelle classiche quanto nei grandi giri. Nonostante gli sforzi accumulati e una preparazione abbastanza veloce, il fuoriclasse belga riuscì a battere di oltre settecento metri il precedente limite stabilito da Ole Ritter.
Ciclismo, il 1972 da favola di Merckx
Nel 1972 Eddy Merckx era nel punto più alto della carriera. Il campione fiammingo dominava la scena del ciclismo ormai da un lustro, con prove di forza devastanti, con la voglia di vincere ovunque e di non lasciare niente agli avversari. Quell'anno Merckx aveva dominato le classiche, vincendo in primavera la Sanremo e la Liegi, e in autunno il Lombardia e i grandi giri, con una nuova accoppiata tra Giro d'Italia e Tour de France. Non pago di questa sequenza incredibile di successi, il belga decise di dare l'assalto al record dell'ora, detenuto da Ole Ritter. Il corridore danese lo aveva stabilito a Città del Messico nel 1968, pochi giorni prima dell'apertura dei Giochi Olimpici.
Quattro anni dopo, appena conclusa la stagione su strada, Merckx preparò in poche settimane il suo tentativo di record. Il belga arrivò in Messico solo tre giorni prima del fatidico 25 ottobre, la data scelta per la prova, insieme alla moglie e al suo gruppo di tecnici, meccanici e allenatori. Tra questi c'era anche Ernesto Colnago, che aveva progettato e costruito la bicicletta usata per il record.
Il costruttore di Cambiago aveva realizzato una bici del peso di 5,9 chilogrammi, forando personalmente diverse parti del telaio per limare ogni grammo possibile. La bici era comunque molto simile, nelle forme e nelle misure, a quella usata nelle corse su strada, tanto che il record dell'ora di Merckx può essere considerato l'ultimo stabilito con un mezzo tradizionale.
Colnago: 'Orgoglioso di aver costruito la bici del record di Merckx'
Il campione belga partì nella mattinata messicana, alle 8:56, in una giornata fresca e soleggiata, spingendo un rapporto 52X14. Merckx coprì il primo chilometro in 1'10'' e passò dopo cinque chilometri in 5'55''. A quel punto il fuoriclasse della Molteni vantava già 14'' di vantaggio sul record di Ritter e la distanza si ampliò sempre di più, nonostante la sofferenza della parte finale. Merckx concluse la prova sfinito, ma con un risultato di 49 km e 431 metri, ben 779 metri in più di Ritter.
Il campione belga non tentò più di migliorare quella prestazione, nonostante in molti lo ritenessero capace di fare ancora meglio con una preparazione più accurata e con una prova fissata in un altro periodo della stagione.
Quel record resistette per ben dodici anni, finché Francesco Moser lo superò, sempre in Messico, anche grazie alle rivoluzionarie innovazioni nei materiali e nella preparazione atletica portate insieme al team Enervit.
"Sono profondamente orgoglioso di aver costruito la bicicletta per il record dell'ora di Eddy Merckx" ha dichiarato Ernesto Colnago al giornale spagnolo El País in occasione dei cinquant'anni del record. Colnago ha parlato anche del fresco prima stabilito da Filippo Ganna e dei progressi tecnologici che hanno consentito ai corridori di raggiungere dei risultati straordinari. "Ganna è un corridore che conosco e che ammiro molto, così come il suo tecnico Marco Villa. Il risultato è il prodotto della classe, la preparazione, la tecnologia e i materiali a disposizione in questa epoca, così come avevamo fatto noi nella nostra epoca" ha commentato il costruttore di Cambiago. "In ogni vaso va sempre tenuto presente che anche con questi progressi alla fine sono sempre i corridori che devono pedalare per far andare la bici" ha chiosato Colnago.