L'epilogo della nona tappa della Vuelta Espana, quella che ieri ha portato i corridori al traguardo in salita di Caravaca de la Cruz, ha lasciato dietro di sé una lunga scia di polemiche. La corsa si è conclusa con un arrivo surreale, con i fuggitivi a contendersi la vittoria di tappa in modalità pienamente agonistica, e più dietro i corridori di alta classifica che hanno raggiunto il traguardo a passo cicloturistico. Questa scena è stata dovuta alla decisione della giuria di neutralizzare i tempi a due chilometri dall'arrivo a causa di un breve tratto sporco di fango, appena pochi metri, in prossimità del traguardo.

I tempi sono così stati presi due chilometri più in basso su un arrivo improvvisato segnalato da due coni a margine della strada, tagliando una parte perfettamente praticabile della salita. Gli uomini di classifica hanno condiviso questa scelta che ha invece suscitato perplessità e polemiche nel mondo del ciclismo. La maglia rossa Sepp Kuss ha dichiarato che senza la neutralizzazione "Saremmo andati tutti per terra".

Ciclismo, Vingegaard: 'C'era tanto fango'

Secondo il corridore americano della Jumbo Visma non c'erano le condizioni di sicurezza nel finale della tappa. "Il fondo era molto scivoloso e fangoso, quindi penso che gli organizzatori abbiano preso una buona decisione neutralizzando i tempi nella finale" ha commentato Kuss.

"Neutralizzare i tempi è stata la decisione giusta, perché si trattava di uno scontro tra una decina di corridori. Se negli ultimi cinquecento metri ci fossimo lanciati tutti insieme in volata per la vittoria saremmo andati tutti per terra" ha aggiunto la maglia rossa della Vuelta Espana.

Dello stesso parere è stato anche Jonas Vingegaard.

"Credo davvero che la neutralizzazione sia stata la cosa migliore, perché se non lo avessero fatto la corsa sarebbe finita con tante cadute" ha commentato il campione danese. Vingegaard ha aggiunto che "C'era molto fango, soprattutto nell'ultimo tratto".

Enric Mas: 'Siamo abituati a non prestare attenzione alla sicurezza'

Anche Enric Mas, il capitano della Movistar, ha apprezzato la scelta di organizzazione e giuria e il crescente interesse per la sicurezza dei corridori.

"Forse siamo abituati a non prestare attenzione alla sicurezza dei ciclisti, ma siamo esseri umani, alcuni genitori, e a volte accadono cose evitabili. Penso che sia positivo che l'organizzazione prenda misure per prendersi cura di noi" ha dichiarato il corridore spagnolo.

"Il meteo è qualcosa su cui non hai alcun controllo. In una giornata normale in questa zona la tappa sarebbe stata uno spettacolo, ma l'arrivo era pericoloso con la strada sterrata" ha commentato Enric Mas.