Nel primo giorno di riposo, nella carovana del Tour de France si parla e discute ancora della spettacolare e vibrante tappa di ieri a Troyes. La corsa ha regalato un vero show su un percorso disegnato tra le strade sterrate dell'Aube, cercando di portare in un grande giro la magica atmosfera della Strade Bianche. La tappa ha visto il successo di Anthony Turgis grazie ad una fuga da lontano, ma a conquistare gli appassionati è stata soprattutto la lotta tra gli uomini di alta classifica. Pogacar ed Evenepoel hanno affrontato la corsa in modo battagliero e sono andati più volte all'attacco, mentre Vingegaard e la sua Visma hanno cercato di smorzare ogni azione.
Il danese è stato criticato sia da parte della stampa che da Pogacar ed Evenepoel per non aver collaborato con loro, ma dopo la tappa ha respinto al mittente ogni polemica e accusato a sua volta l'organizzazione per aver inserito questo percorso nel Tour de France. "Lo sterrato non appartiene al Tour, io ho corso in modo intelligente" ha dichiarato il vincitore delle ultime due edizioni.
Vingegaard: 'Sterrato troppo rischioso'
Il punto cruciale della nona tappa del Tour de France è stato a circa 75 km dall'arrivo. Evenepoel ha piazzato una attacco deciso ed è stato seguito da Pogacar e Vingegaard. Quando i tre si sono compattati, il danese non ha però collaborato con i due rivali, facendo così fallire il tentativo.
Questo atteggiamento tattico così attendista non è piaciuto a Pogacar e Evenepoel, che nel dopo corsa hanno criticato il capitano della Visma.
Jonas Vingegaard ha quindi replicato, sostenendo di aver seguito un piano tattico il cui scopo era unicamente quello di non perdere secondi dai rivali. Il danese ha quindi privilegiato una condotta lineare e difensiva, mantenendo al fianco più compagni possibile anziché andare incontro ad una sfida testa a testa dagli esiti imprevedibili e su un terreno a lui poco congeniale.
"Se pedalo con loro per settanta chilometri e poi vengo staccato negli ultimi chilometri, cosa che è successa, allora il mio Tour potrebbe essere finito. Quindi non è stata una mancanza di coraggio, ma solo una corsa intelligente. Il terreno favoriva molto più Tadej di me, soprattutto quando il fondo era meno compatto. Quando è riuscito a creare un piccolo distacco lo sterrato era così morbido che slittavo" ha commentato Vingegaard, che ha invece criticato l'organizzazione per aver inserito una tappa con gli sterrati in questo Tour.
"Secondo me lo sterrato non appartiene al Tour de France, è solo un rischio non necessario" ha dichiarato il campione danese.
'Gli altri non capiscono le nostre tattiche'
Jonas Vingegaard ha raccontato anche di aver subito due forature durante la tappa. Nella prima occasione, verso metà corsa, ha preso la bicicletta di Jan Tratnik, e con questa ha poi percorso tutto il resto della tappa. In vista dell'arrivo, il danese ha forato di nuovo, ma è riuscito a concludere la corsa con la gomma che si stava afflosciando lentamente.
Il capitano della Visma ha anche negato di vedere Pogacar come il suo unico avversario per la vittoria di questo Tour de France, come è sembrato in alcuni frangenti della corsa di ieri a Troyes.
"Tutti i primi dieci della classifica sono degli avversari, ma ieri l'obiettivo era di non perdere tempo. Forse gli altri non capiscono le nostre tattiche ma è un loro problema" ha commentato Vingegaard.