‘Olympism: a history of the world’ è la mostra allestita a Parigi in occasione delle Olimpiadi 2024 appena partite per celebrare 130 anni di storia osservati con la lente di ingrandimento dei giochi a cinque cerchi.

Allestita presso la sede del Museo Nazionale di Storia dell'Immigrazione e attiva per tutta la durata dei giochi e fino all’8 di settembre prossimo, la mostra propone ai visitatori gli eventi più importanti della storia contemporanea intrecciandoli con quelli più rilevanti e particolari andati in scena in ciascuna delle edizioni delle kermesse olimpiche fin da Atene 1896.

Suddiviso in sei sezioni organizzate per epoca, l’evento offre al pubblico materiale di tipo diverso, da foto a filmati passando per documenti e immagini storiche: ‘Olympism: a history of the world’ offre dunque uno spaccato di come alcuni fatti andati in scena durante i giochi abbiano in qualche modo avuto un effetto sulla storia moderna e siano a loro volta stati influenzati dalla storia stessa.

Dalle medaglie d’oro vinte da Jesse Owens davanti allo Germania nazista nel 1936 alla performance da leggenda della ginnasta Nadia Comăneci che a Montreal 1976 centrò il primo 10 di sempre ad un Olimpiade, la mostra offre un ventaglio presso che illimitato di esempi e incarnazioni di quelli che vengono comunemente definiti valori olimpici.

Anche noi, guardando alla storia dei giochi, ne abbiamo selezionati 3.

Seul 1988, il velista Lawrence Lemieux soccorre gli avversari e perde l’argento

Lo sport come metafora della vita, la competizione, quella sana e portata avanti nel rispetto delle regole, che lascia il posto ad un gesto umano e totale. Niente può incarnare meglio i valori olimpici di quanto visto alle Olimpiadi di Seul del 1988, quando il velista canadese Lawrence Lemieux rinunciò ad una medaglia d’argento ormai certa per soccorrere gli avversari, la cui imbarcazione a causa del mare agitato era letteralmente finita in acqua.

Una volta accertatosi che tutti erano stati soccorsi e tratti in salvo, Lemieux riprese la marcia sopravanzando una decina di avversari e arrivando al traguardo in 21esima posizione. Alla fine l’organizzazione gli conferì una medaglia d’onore dal significato molto più profondo di quello che avrebbe mai potuto assumere un argento in acqua.

Barcellona 1992, Redmond si rompe il tendine d’Achille: lo soccorre il padre

L’atleta USA Derek Redmond si presenta alla 400 metri di Barcellona 1992 tra i grandi favoriti all’oro. In batteria ha fatto registrare il miglior tempo, è veloce e lo sa.

Ha inizio la gara ma dopo 250 metri circa un dolore intenso lo attraversa e costringe a fermarsi: uno dei tendini del ginocchio si è strappato. E’ la corsa più importante della sua vita e Derek si è ripromesso di percorrerla fino in fondo ma da solo non può farcela. Dalle tribune il padre Jim si accorge di tutto, sfugge alla sicurezza, accede alla pista e si avvicina al figlio. Lo sorregge e insieme arrivano al traguardo.

Nessuna medaglia, nessun inno da ascoltare dal podio ma una lezione.

La più bella di tutte. Il sostegno di un genitore non ha limiti. Tutto lo stadio si commuove e tributa ai due protagonisti un appaluso che resta nella storia dei giochi.

Rio de Janeiro 2016, Nikki Hamblin e Abbey D’Agostino protagoniste di un gesto di fair play che resta negli annali

A Rio de Janeiro in un caldissimo pomeriggio di agosto si corre la 5000 metri femminile. Sul finire della gara il gruppo si rende protagonista di una brusca frenata e nello ‘scontro’ che segue la neozelandese Nikki Hamblin cade. Negli stessi istanti l’avversaria USA Abbey D’Agostino mette male un piede e crolla giù, col ginocchio suo malgrado ‘protagonista’ di una brutta torsione. Avverte dolore ma si volta e aiuta la Hamblin.

Le due atlete iniziano a zoppicare abbracciate ma la D’Agostino cade per terra per ben due volte. Non è in condizione di proseguire. Hamblin allora la aiuta a rialzarsi e la sostiene meglio che può. Insieme, passo dopo passo, tagliano il traguardo. Strette in un abbraccio che brilla molto più di qualsiasi metallo più o meno prezioso avrebbero potuto conquistare in gara.