Il Galibier, una delle salite coniche del grande ciclismo, è stato il teatro della prima battaglia in montagna tra i campioni del Tour de France e soprattutto tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. Lo sloveno ha portato un attacco violento sulla salita, piazzato all'ultimo chilometro della scalata dopo un eccezionale lavoro di preparazione di tutta la UAE che si è dimostrata la squadra più forte. Vingegaard ha provato a replicare ma è rimasto staccato ed ha scollinato ad una decina di secondi. Il danese ha tenuto le distanze nella parte più tecnica della discesa, ma poi nel falsopiano finale ha perso terreno ed è stato raggiunto e battuto allo sprint dal gruppetto inseguitore con Evenepoel e Roglic.

Nonostante i secondi persi, il campione in carica si è detto soddisfatto della sua prestazione, commentando che il suo ritardo è maturato soprattutto nella parte più pianeggiante. "Ho perso dove contava il peso, e dopo queste prime quattro tappe mi aspettavo di essere sotto per tre a zero", ha dichiarato Vingegaard.

Vingegaard: 'Pensavo di perdere tempo in tutte e quattro le tappe'

Nel dopo corsa, Jonas Vingegaard è apparso sereno e fiducioso dopo questa tappa in cui ha ceduto 37'' al grande rivale Tadej Pogacar, vincitore a Valloire e nuova maglia gialla.

"È un peccato aver perso tempo", ha commentato il campione della Visma Lease a Bike. “Ma onestamente: quando abbiamo iniziato il Tour de France ci aspettavamo già di perdere tempo in quasi tutte le prime quattro tappe. Il fatto che ciò sia accaduto solo in una di queste tappe è qualcosa di cui possiamo essere abbastanza soddisfatti”, ha continuato Vingegaard, aggiungendo che il distacco da Pogacar è rimasto di pochi secondi fino al termine della parte più tecnica della discesa.

“Ho preso gran parte del distacco nella seconda parte della discesa. In quel pezzo il peso era più importante. Penso che possiamo essere contenti di come sono andate le cose nei primi quattro giorni. È andata abbastanza bene. Fino a quando non abbiamo svoltato a sinistra ho mantenuto il distacco a circa dieci secondi. Ma dopo lui ha avuto un po’ più di beneficio dalla gravità.

Ha funzionato bene per lui e ha guadagnato un po' di tempo. Devo accettarlo", ha analizzato Vingegaard, che in questo finale da spingere con grande potenza è sembrato un po' in difficoltà.

Una delle note emerse con chiarezza da questa prima tappa di montagna è stata la superiorità netta della UAE sulla sua Visma. Vingegaard è rimasto ben presto da solo sulla salita del Galibier, un fatto insolito per una squadra che solitamente è una vera corazzata. "Certo che aiuta sempre avere qualcuno con te. Forse lo avrei messo in testa, non si sa mai. Ma oggi è andata così. So cosa possono fare Matteo Jorgenson e Wilco Kelderman in particolare, quindi sono sicuro che saranno presenti più avanti nella corsa”, ha commentato Vingegaard, che ha chiuso questa primissima parte di Tour con fiducia e con la sensazione di poter crescere con il passare dei giorni.

“Ci aspettavamo di essere già sotto tre a zero, quindi sembra una piccola vittoria”, ha aggiunto il danese.

Niermann: 'Nizza è molto lontana'

Anche il tecnico della Visma Grischa Niermann ha parlato di un risultato da contestualizzare nel quadro del recupero dall'infortunio patito ad aprile da Vingegaard. "Venerdì saremmo stati contenti di questo distacco, ora sembra un piccolo intoppo perchè speravamo che potesse esagerare. Ma sapevamo che poteva succedere, Jonas migliorerà ma Pogacar adesso sta meglio" ha commentato il Ds tedesco.

Niermann ritiene che anche la prova di tutto il resto della squadra sia stata condizionata da forfait e infortuni. "Non abbiamo Kuss e non possiamo aspettarci che Jorgenson sia tra i più forti scalatori al mondo. Non era possibile oggi essere davanti con più corridori. Nizza però è ancora molto lontana" ha commentato Niermann.