La doppia vittoria a Mondiali ed Europei ha proiettato ancora di più Tadej Pogačar nella storia del ciclismo. Nonostante avesse a disposizione una squadra relativamente debole, il campione sloveno ha conquistato entrambi i titoli con dimostrazioni di forza eclatanti. Guidata dal CT Uroš Murn, la nazionale della Slovenia ha dato tutto per sostenere il suo campione, andando anche al di là degli oggettivi limiti tecnici di parte dei corridori. Soprattutto agli Europei, dove è mancato Roglič, la Slovenia ha schierato una formazione debole, composta in gran parte da corridori di team continental.

In un'intervista con il media sloveno Val 202, Murn ha voluto elogiare proprio i ragazzi più giovani e meno abituati a correre a questi livelli per il generoso supporto dato alla causa. Il CT ha anche raccontato come Pogačar abbia gestito lo sforzo in questa lunga fuga solitaria, ormai un marchio di fabbrica. "In pianura controlla, non spinge mai a tutta. In salita corre con intervalli precisi", ha spiegato Murn.

Murn: 'Ogni corridore ha fatto ciò che serviva'

Ex corridore di buon livello con anche un passato in squadre italiane, Uroš Murn ha avuto l'onore e l'onere di diventare CT della nazionale slovena nel 2022, nel momento di maggior splendore ciclistico del Paese. Murn ha così vissuto da CT i grandi successi di Tadej Pogačar, il doppio oro iridato, e quello freschissimo agli Europei.

Per la corsa in linea degli Europei, Murn ha dovuto comporre una squadra in grado di supportare al meglio il campione del mondo pur avendo a disposizione solo una manciata di corridori del World Tour. Il CT ha dovuto pescare nella categoria continental per completare la formazione, trovando dei ragazzi che non hanno mai corso ad alti livelli ma che hanno dato tutto per il capitano. "Vengono dalla terza categoria del ciclismo professionistico, ma hanno corso con una mentalità da campione del mondo. Un impegno al cento per cento. Hanno lasciato il cuore sulla strada per Tadej", ha dichiarato Murn, sottolineando la prova dei corridori semisconosciuti che ha schierato. "Ogni corridore ha fatto esattamente ciò che serviva.

Non si può chiedere di più", ha aggiunto il Ct della Slovenia.

'Tadej voleva informazioni precise'

Murn ha svelato anche alcuni particolari sulla gestione della fuga di Pogačar, nata a 75 chilometri dal traguardo. Il CT sloveno ha spiegato di aver dislocato diversi suoi uomini lungo il percorso per dare al campione delle informazioni più precise rispetto a quelle fornite dall'organizzazione. "Le indicazioni ufficiali sui distacchi davano sempre almeno cinque - sei secondi in meno rispetto a quelli reali", ha dichiarato Murn. "Tadej aveva bisogno di informazioni precise e grazie alle nostre persone sul percorso gliele abbiamo date", ha continuato il CT, spiegando poi come Pogačar abbia gestito il suo sforzo durante questa lunga fuga solitaria.

"Dobbiamo capire come corre Tadej", ha spiegato Murn. "In pianura controlla, non spinge mai a tutto gas. Tiene semplicemente il ritmo. In salita corre con intervalli precisi. Il percorso gli si addiceva: 400 metri di rampa ripida, seguiti da 1.600 metri di resistenza. È lì che ha guadagnato terreno a ogni giro. Era tutto sotto controllo, ma non è stato facile", ha dichiarato Murn.