All'indomani della presentazione del percorso dell'edizione 2026 del Giro d'Italia, nel mondo del ciclismo si continua a parlare dell'idea lanciata dal campione del mondo Tadej Pogačar. Pochi giorni fa, il fuoriclasse sloveno aveva dichiarato che il Giro e la Vuelta dovrebbero scambiarsi le date a vicenda per avere entrambe dei vantaggi. La proposta ha trovato l'appoggio di Adam Hansen, presidente dell'associazione dei corridori professionisti, ma è stata rapidamente scartata da RCS Sport, la società organizzatrice del Giro d'Italia. L'Amministratore Delegato Paolo Bellino ha bocciato l'idea di spostare la corsa rosa nel finale di stagione, ma ha chiesto di poter posticipare di una settimana la data di partenza per poter includere nei giorni di gara anche la festività del 2 giugno.
'Il Giro ha date tradizionali'
Il Giro d'Italia ha sempre avuto un posto fisso nel calendario del ciclismo, nel mese di maggio con uno sconfinamento più o meno pronunciato in quello di giugno. Fino al 1994, la stagione dei grandi giri del ciclismo professionistico iniziava però con la Vuelta Espana, che si correva prima del Giro. Dal 1995 il calendario è stato riformato, con lo spostamento della Vuelta a fine stagione, tra agosto e settembre, mentre il Giro è stato leggermente anticipato andando a concludersi quasi sempre entro la fine di maggio. Questo cambiamento ha portato dei grandi vantaggi alla Vuelta, che ha visto salire il suo prestigio, l'interesse dei grandi corridori e dei media internazionali.
Tadej Pogačar ha proposto di invertire l'ordine di Giro e Vuelta nel calendario, per risolvere i problemi con le condizioni meteo avverse che si trovano spesso in queste corse. Al Giro più volte la neve e il freddo hanno portato all'accorciamento o alla cancellazione di alcune tappe di alta montagna, mentre la Vuelta deve fare i conti con il caldo opprimente dell'estate spagnola, soprattutto quando la corsa scatta dalla parte più a sud del paese. Parlando a Cyclingnews a margine della presentazione del Giro 2026, Paolo Bellino ha stroncato senza mezze misure questa proposta. "Il Giro ha date tradizionali e non vogliamo che vengano cambiate" ha sentenziato l'AD di RCS Sport.
'Partire una settimana dopo potrebbe fare la differenza'
Bellino ha fatto riferimento alle abitudini consolidate del ciclismo, che resta un mondo un po' refrattario ai cambiamenti. "Ogni grande giro ha una sua storia e un suo significato, determinati in parte dalla sua posizione nel calendario. Il Giro si è svolto a maggio 107 volte. L'unica eccezione è stata durante la pandemia di coronavirus, un periodo unico per il mondo intero, quando abbiamo dovuto fare tutto il possibile per salvare la stagione" ha commentato Bellino, che si è detto interessato a posticipare di una settimana la partenza della corsa rosa..
"Mi piacerebbe che il Giro d'Italia si corresse anche il 2 giugno. Questo spostamento potrebbe anche significare affrontare le grandi montagne una settimana dopo, il che in alcuni anni potrebbe fare una grande differenza in termini di condizioni meteorologiche. Ma questo è l'unico cambio di data che stiamo prendendo in considerazione. Non ci sarà alcuno scambio tra Giro e Vuelta" ha ribadito Paolo Bellino.