Il media day della UAE Emirates, organizzato nel ritiro spagnolo del team per presentare i programmi stagionali, è stata l'occasione anche per scoprire alcune curiosità della vita dietro le quinte della più forte squadra del ciclismo mondiale. Una delle colonne della UAE, Tim Wellens, ha rilasciato un'interessante intervista a HLN, in cui ha condiviso la sua esperienza e le sue osservazioni sul lavoro di gregario di Tadej Pogačar. Wellens ha raccontato che l'eccezionalità del talento del campione del mondo emerge già dagli allenamenti con i compagni.

"Quella che per lui è una zona 2, per noi è già vicino alla zona 3" ha dichiarato Wellens.

Wellens: 'Penso che possa mantenere questo livello'

Wellens si è dimostrato come sempre molto aperto, e non ha esitato a raccontare alcune curiosità sugli allenamenti con Pogačar, sulla sua personalità e del modo in cui vive la propria carriera nel ciclismo. Wellens ha offerto uno spaccato interessante sul fenomeno sportivo che è Pogačar, nonché sulle dinamiche interne della squadra. Quando gli è stato chiesto se il campione del mondo avesse ancora margini di miglioramento, Wellens ha risposto con una nota di entusiasmo. "Ogni anno rimaniamo stupiti dai progressi che Tadej continua a fare", ha dichiarato.

"Quindi non mi sorprenderei se ciò accadesse di nuovo l'anno prossimo. Penso che possa almeno mantenere questo livello."

Questa affermazione non solo mette in luce l’eccezionale talento di Pogačar, ma suggerisce anche che il corridore sia sempre al lavoro per superare i propri limiti.

Uno degli aspetti più affascinanti del racconto di Wellens riguarda la superiorità fisica di Pogačar rispetto agli altri corridori della squadra, un fattore che emerge chiaramente durante gli allenamenti. Secondo il belga, "quello che per lui è una zona 2, per noi è già vicina alla zona 3, il ritmo che tiene in allenamento è impressionante", ha raccontato Wellens, riferendosi alle diverse intensità in cui è strutturato l'allenamento nel ciclismo moderno.

La zona 2 rappresenta un'intensità moderata, che un corridore può protrarre a lungo. Quando Pogačar si allena in questa fascia, gli altri corridori sono costretti a spremersi per poter rimanere con lui.

"Tadej corre costantemente in testa al gruppo, con gli altri che lo seguono da vicino o al massimo al suo fianco" ha raccontato Wellens, dando un segno della leadership del campione del mondo. Pogačar non si limita ad allenarsi, ma trasmette motivazione e impegno ai suoi compagni di squadra.

'Il rischio di esaurimento è piuttosto basso'

Tim Wellens ha parlato anche della stanchezza e insofferenza, generate anche da un infortunio, trasmesse da Pogačar nell'ultima parte del Tour de France, concluso comunque vittoriosamente.

"Non succede solo a Tadej, lavora in modo incredibilmente duro. Tuttavia, si rende conto che è molto difficile dedicarsi al 100% al proprio lavoro per dodici mesi" ha raccontato Wellens, spiegando che il campione sloveno sa prendersi quel margine per scongiurare il pericolo di un crollo mentale.

"È molto forte e ultra-professionale, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Questo mantiene il suo rischio di esaurimento piuttosto basso" ha commentato Wellens.