Dopo aver vinto il derby contro il Foggia sabato scorso, in attesa di giocarsi il quarto di finale di Coppa Italia contro il Matera (martedì 21 h 14.30 allo Iacovone, ndr), il taranto rimette piede al "Massimino" di Catania dopo 15 anni, dopo cioè quel maledetto play-off del 2002 che distrusse i sogni di una città intera e che mai è stato dimenticato dai tifosi ionici. Lo scenario è totalmente diverso quest'oggi, con gli etnei che hanno cambiato a loro volta allenatore, con l'esonero di Rigoli e l'approdo di Mario Petrone, mentre i rossoblù puntano a tirarsi fuori dalle zone calde della classifica, in attesa del responso relativo al caso Messina, che rischia una penalizzazione per i mancati emolumenti ai propri tesserati.

Al Massimino, il Taranto cambia due uomini rispetto alla squadra che ha vinto il derby, fuori Magri e Viola, disponibile ma solo per la panchina, dentro il recuperato Stendardo e Potenza.

A Catania dopo 15 anni

Come detto, la squadra di Sasà Ciullo rimette piede al Massimino per la prima volta dal 2002, mentre gli unici due precedenti si sono disputati entrambi allo Iacovone, in particolar modo il match di andata terminato 0-0 tra gli sbadigli. Vanno forte in casa i rossazzurri, che senza la penalizzazione di 7 punti sarebbero appaiati alla Virtus Francavilla al quinto posto. L'inizio di gara è sulla falsa riga di quanto visto sabato scorso con il Foggia; Taranto accorto che concede campo ai più quotati avversari, che però non vanno oltre una collezione di calci d'angolo in serie (saranno 8 alla fine della gara, ndr).

La prima grande occasione locale nasce in maniera casuale; Maurantonio e De Giorgi non si intendono, la sfera arriva a Russotto che non approfitta della porta semi sguarnita e manda fuori. Il Taranto batte un colpo sul finale di tempo; contropiede 2 contro 2, Potenza viene steso da Scoppa e sulla punizione dal limite Lo Sicco chiama al grande intervento Pisseri che si aiuta anche con la traversa.

La ripresa vede un Petrone che le prova tutte per vincere la gara, ma Maurantonio passa un pomeriggio tranquillo fino al 40' quando la difesa rossoblù si fa sorprendere sul taglio effettuato da Di Grazia che serve bomber Pozzebon che non ha però fatto i conti con il portierone tarantino, che salva il risultato.

Dal canto suo la squadra di Ciullo non disdegna le ripartenze ed anzi ha alcune occasioni potenziali, ma Magnaghi non è un contropiedista e si vede.

Gli etnei nel finale, esaltati dall'occasionissima di Pozzebon, premono sull'acceleratore alla ricerca dei tre punti, ma il fortino rossoblu regge e porta a casa un punto fondamentale in chiave salvezza. Dall'avvento di Ciullo, il ruolino del Taranto in questa Lega Pro recita 4 punti in due partite difficili e zero gol subiti. Se il buongiorno si vede dal mattino...

Tabellino

CATANIA (4-2-3-1): Pisseri 6.5; Parisi 6, Gil 6, Marchese 6, Djordjevic 6; Biagianti 6, Scoppa 5.5 (16' st Bucolo 6); Di Grazia 6.5, Mazzarani 5 (16' st Tavares 6), Russotto 5.5 (33' st Barisic sv); Pozzebon 5. A disp. Martinez, De Rossi, Mbodj, Longo, Manneh, Piermarteri, Fornito. All. Mario Petrone.

TARANTO (4-3-3): Maurantonio 7; De Giorgi 6, Altobello 6.5, Stendardo 6.5, Pambianchi 6.5; Maiorano 5.5 (5' st Nigro 6), Guadalupi 6 (12' st Pirrone 6), Lo Sicco 6; Potenza 6 (28' st Viola sv), Magnaghi 5, Paolucci 6.5.

A disp. Contini, Pizzaleo, Benedetti, Russo, Magri, Di Nicola, Sampietro, Cobelli, Cecconelli. All. Salvatore Ciullo.

ARBITRO: Giacomo Camplone di Pescara (ass. Abagnara di Nocera Inferiore e Della Vecchia di Avellino).

AMMONITI: Scoppa, Parisi e Bucolo (C), Pambianchi (T).