Gira e rigira gli italiani pagheranno sempre le stesse tasse, e forse di più, anche quando per alcune imposte si parla di abolizione. E' il caso della tassa sui rifiuti e sui servizi, la Tares 2013, che costa più dell'Imu sulla prima casa abolita ma non del tutto visto che in molti Comuni italiani, entro il 16 gennaio del 2014, ci saranno ad oggi da versare i conguagli.



Stando ad un Rapporto della Uil - Servizio Politiche Territoriali, quella sulla Tares 2013 non si può non chiamare stangata visto che in media si pagheranno 350 euro a famiglia con un incremento medio anno su anno di 80 euro, ovverosia del 35,4%.





E quando i Comuni hanno margini di manovra per abbassare o innalzare le aliquote, dubbi non ce ne sono. La Uil ha infatti rilevato che su 90 città capoluogo ben 89 hanno aumentato la tassa sui rifiuti con Pescara in testa ai rincari con un +140,9%, ma è Reggio Calabria la città dove in media si paga di più. Si paga tanto anche a Cagliari, Catania, Trapani e Grosseto.

Secondo Guglielmo Loy, Segretario Confederale della Uil, dall'abolizione dell'Imu sulla prima casa i cittadini non otterranno alcun risparmio fiscale in quanto questo si va ad azzerare considerando gli aumenti della Tares unitamente all'inasprimento delle addizionali Irpef.



Insomma, cambiando il nome alle tasse e/o abolendole, il risultato per il cittadino è che paga tanto quanto se non di più rispetto al passato. E poi, di riflesso, è chiaro che anno dopo anno la pressione fiscale anziché scendere tende ad aumentare.