Continuano a trapelare le notizie sulle novità che il governo prova a introdurre, così pure da un'intervista del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, la volontà di voler aiutare le famiglie con prole: il premier ha dichiarato difatti che il bonus degli 80 euro non è uguale per un single rispetto a un padre di famiglia monoreddito con 4 figli. Chiaro l'intento di voler modificare a riguardo l'attribuzione del bonus. Queste le sue testuali parole: "L'Italia non può permettersi il lusso di trattare male chi ha figli". Così per il 2015 si sta pensando di variare il bonus degli 80 euro correlandolo al quoziente familiare: come?

Con l'innalzamento della soglia massima di reddito. Quando? Probabilmente si procederà all'inserimento della variante nella Legge di Stabilità da approvare in ottobre.



Sia Pd che M5S, che sono poi le forze politiche più vicine ai cittadini, sembrano voler tagliar di netto col passato, ma il Pd non riesce a dire no ai propri privilegi di casta, come nel caso della votazione contro l'abbassamento degli stipendi dei parlamentari. Lo scetticismo permane anche perché ci sono manovre che sembrano voler dare da una parte per togliere dall'altra. Le risorse dovrebbero arrivare dai tagli alla spesa pubblica e già gli 80 euro fanno arrancare molto le casse statali: la contraddizione ai cittadini però appare chiara, cittadini che non possono certo essere affascinati da una manovra che dà 80 euro e non a tutti, anche perché sanno benissimo che di sperperi il Paese è colmo.

Con buona volontà tutto potrebbe cambiare se si intervenisse nei punti giusti. Questa idea potrebbe essere solo l'inizio di un disegno di revisione del sistema fiscale più ampio e più equo.

Ecco in cosa consiste il metodo di calcolo che usa il quoziente familiare, adottato anche in Francia: relaziona l'applicazione dell'imposta sul reddito ai redditi dei membri della "famiglia fiscale" (il contribuente, il coniuge, i figli minorenni e le persone invalide conviventi). L'applicazione concreta del quoziente familiare, secondo il modello francese, passa attraverso le seguenti operazioni:

1) determinazioni quote spettanti a ogni contribuente a seconda che sia sposato, celibe, divorziato o vedovo e per ognuna di queste tipologie di contribuente si considerano le persone a carico;

2) divisione reddito per quote;

3) calcolo tassa sul quoziente familiare;

4) moltiplicazione tassa dovuta per ogni quota per il numero delle quote stesse.

Nel 2009 alla Camera già era stata proposta un'analoga novità, finita poi nel nulla. L'imposta secondo questo modello di imposizione fiscale decresce all'aumentare dei componenti della famiglia e la progressività si riduce al crescere dei componenti la famiglia, le aliquote progressive vengono applicate sul reddito medio pro-capite, realizzando così equità verticale e orizzontale; a parità di reddito chi ha figli da mantenere non deve pagare quanto chi non ne ha. Una novità che guarda alle famiglie realizzando una più efficace progressività nel pagamento delle tasse e non penalizzandole. I famosi 80 euro che sembrano nulla possono essere quanto meno la spesa di una settimana e anche se non risolvono tutti i problemi permettono di fare un passo in più a tante famiglie che brancolano nel buio.