"Lo hai pagato il Canone?" ci chiedeva anni fa il simpaticissimo attore Gigi Proietti nei panni di un Mago con la sfera di cristallo che leggeva il futuro. Ma questa è solo una delle tante pubblicità che ci ricordano quotidianamente e più volte al giorno di pagare l'odiatissima tassa. Soprattutto per chi i canali Rai non li guarda neanche di striscio. Una tassa che peraltro ha forse perso anche il proprio senso, visto che i canali della Tv pubblica ormai trasmettono quasi lo stesso bacino pubblicitario delle reti Mediaset; inoltre, il Canone dovrebbe servire a finanziare i programmi culturali e di approfondimento.

I quali, invece, sono continuamente soppressi da "mamma Rai". Una tassa oltretutto anche largamente evasa e i vari Governi che si sono susseguiti hanno sempre annunciato di voler introdurre un sistema che mitighi questo problema, senza però mai farlo concretamente. Il Governo Monti, ad esempio, voleva allegare il Canone alla bolletta dell'energia elettrica. Il Governo che c'è ora invece sta pensando al modo di guadagnarci di più, introducendo un nuovo sistema di calcolo.

Sarebbe in preparazione a Palazzo Chigi un decreto legge per legare l'imposta alle capacità di spesa delle famiglie e ai suoi consumi. Lo spesometro applicato al video insomma. L'innovazione è stata ventilata dal sottosegretario Antonello Giacomelli parlando al Festival di Camogli.

Visto che tagliare è difficile, anche perché, come noto, la Rai è ancora a controllo statale, è molto più facile trovare un sistema per aumentare gli incassi cominciando da una sorta redditometro. L'attuale importo è pari a 113,50 euro all'anno e la società di Viale Mazzini ha pure presentato ricorso al Tar contro la decisione del ministero di congelare questo importo nel 2014.

Sintomo che serve denaro, eccome. Dunque, si va verso la direzione del "chi guadagna di più, paga di più", a prescindere se si guardino o meno i canali Rai. Ancora, ci saranno novità redazionali: l'accorpamento di Tg1 e Tg2 più Rai Parlamento; il raggruppamento di Tg3 più Rai News più Tgr e Ciss, meteo e Web. Insomma meno redazioni che confezionano i servizi.

Ma la Usigrai, il potente Sindacato dei giornalisti Rai, ha già tuonato allo sciopero, parlando di minaccia alla pluralità d'informazione. Più facile aumentare il Canone allora, tanto i cittadini non possono scioperare…