Dopo lunghe discussioni e lavori finalmente il Parlamento ha emanato il provvedimento legislativo sulla collaborazione volontaria per la regolazione dei patrimoni detenuti illegalmente all'estero dai cittadini italiani, il quale diventa operativo. La necessità di emanare un simile regolamento nasce dalla speranza di far rientrare in Italia tutti quei capitali portati all'estero dai contribuenti italiani a seguito di comportamenti elusivi o di evasione fiscale perpetrati in tutti questi anni.

Con questa manovra lo stato Italiano spera di incassare somme ingenti di imposte evase in precedenza e allo stesso tempo far sì che detti capitali regolarizzati possano essere reinvestiti nel nostro Paese, ridando una boccata di ossigeno alla nostra economia.

La Voluntary disclosure è un procedimento di "pacificazione fiscale" tra il contribuente e l'amministrazione, pacificazione decisa dal contribuente stesso.

Ovviamente la materia, essendo molto delicata e complessa, ha richiesto un lungo lavoro per rendere l'adesione appetibile per il contribuente che vuole aderire e allo stesso tempo non troppo offensiva nei confronti di tutti quei contribuenti che regolarmente hanno versato le imposte allo Stato Italiano. Salvo modifiche o aggiunte al regolamento, da parte dell'Agenzia delle Entrate, la modulistica per la richiesta di adesione al Voluntary Disclosure dovrà essere presentata al fisco esclusivamente per via telematica attraverso Entratel o Fisconline, oppure tramite gli intermediari abilitati, entro la data del 30 settembre 2015.

Al contribuente italiano, che nel passato ha avuto comportamenti "non lineari" nei confronti del fisco italiano, viene offerta una grossa opportunità anche in conseguenza al fatto che dopo l'accordo siglato a Berlino a ottobre del 2014, dove 58 Paesi si sono impegnati ad adottare come standard lo scambio automatico di informazioni dal 2017 e che dall'anno successivo saliranno a quasi 100 Paesi, sarà sempre più difficile nascondere al fisco gli eventuali capitali posseduti all'estero.