Scadenze sempre più vicine in vista dello Spesometro 2015, il documento con il quale milioni di contribuenti si apprestano a notificare all’Agenzia delle Entrate le operazioni rilevanti ai fini IVA effettuate nell’anno 2014. Due le novità introdotte quest’anno:
- L’obbligo di rendicontazione al Fisco è stato esteso anche alla fatture di importo inferiore a 3600 euro (fino al 2014 andavano notificate solo le operazioni con importi superiori a tale soglia);
- Dall’anno in corso anche la PA è tenuta ad inviare lo Spesometro e a trasmettere all’Agenzia delle Entrate tutte le operazioni compiute nel 2014 con rilevanza ai fini IVA.
- 10 Aprile per chi liquida l’IVA mensilmente;
- 20 Aprile per chi la liquida ogni 3 mesi;
- 30 Aprile per gli operatori finanziari.
Ricordiamo che sono tenuti all'obbligo della comunicazione dello Spesometro 2015 tutti i contribuenti titolari di Partita IVA che non hanno optato per la fattura elettronica a partire dal primo gennaio di quest'anno.
Spesometro 2015, info Agenzia delle Entrate-Fisconline: invio, sanzioni e comunicazione polivalente, multe fino a 2mila euro
Lo Spesometro 2015 va inviato una volta effettuata la compilazione della comunicazione polivalente che fatte salve le consuete modalità di presentazione presso gli sportelli fisici dell’Agenzia delle Entrate può essere spedito all’Amministrazione finanziaria anche online sfruttando i servizi telematici offerti dallo stesso ente tributario. I contribuenti generici e le imprese al di sotto dei 20 impiegati possono avvalersi di Fisconline, le PA e tutti gli altri enti dovranno invece ricorrere ai servizi di Entratel. In ogni caso sarà necessaria una registrazione al relativo portale: una volta aver inserito le credenziali d’accesso fornite dal sistema sarà anche possibile servirsi di un apposito software di compilazione che guiderà l’utente di turno passo passo. Lo Spesometro 2015 si presenta in definitiva come uno strumento rinnovato per continuare ad alimentare la lotta all’evasione fiscale: l’Amministrazione finanziaria dispenserà quindi multe a macchia d’olio, con importi variabili dai 258 ai 2mila euro. L’alternativa è costituita dal ricorso al ravvedimento operoso che dà diritto ad uno sconto di quasi due terzi rispetto alla multa originale.
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