E' partita la nuova stagione della dichiarazione dei redditi e tra i mille quesiti che si pongono i contribuenti c'è ne uno strettamente collegato alla crisi generale in cui versa il nostro Paese. Infatti molti sono i lavoratori che dall'inizio dell'anno 2015 hanno perso il posto di lavoro che occupavano fino all'anno scorso. Sempre per colpa della crisi molti datori di lavoro si trovano in una condizione in cui non sono sicuri di riaprire l'azienda domani, figuriamoci se possono programmare di tenerla in piedi fino al luglio prossimo. Perché questa premessa?
Perché proprio luglio? Per un motivo semplice, luglio in genere è il mese in cui gli operai si ritrovano in busta paga i rimborsi della dichiarazione dei redditi con il 730. E' un dato provato che la maggior parte dei contribuenti sceglie il 730 perché snellisce e velocizza la riscossione dei crediti d'imposta nei confronti del fisco. Fino a poco tempo fa, fattore necessario per presentare il 730 era avere un sostituto di imposta (datore di lavoro) che sostituisse il fisco per i conguagli del contribuente. Senza datore di lavoro si presentava il modello Unico come oggi prevedeva che i rimborsi vengano dati direttamente dall'Agenzia delle Entrate con quelli che noi definiamo "i tempi del fisco" che di norma sono lunghi, nell'ordine dai tre a cinque anni.
Fino all'anno di imposta 2012 il modello Unico (l'ex 740 per i nostalgici) era l'unica via da prendere per quelle persone che non si fidavano del proprio datore di lavoro (avevano paura di non ottenere i rimborsi spettanti dal fisco in busta paga), per quelli che avevano perso il posto di lavoro e che quindi non avevano più un sostituto di imposta che operasse i conguagli e per quei lavoratori come gli stagionali che a periodi alterni risultavano sotto contratto.
Già dall'anno scorso, l'Agenzia delle Entrate ha dato facoltà a questi soggetti di poter presentare lo stesso il 730 anche se non avevano un sostituto di imposta. Anche quest'anno è stata confermata questa possibilità e sul nuovo modello 730/2015 c'è nel quadro del frontespizio dove in genere si inseriscono i dati del datore di lavoro una casella da spuntare con scritto "senza sostituto".
In pratica il lavoratore nel modello non deve scrivere i dati del sostituto ma lasciare in bianco la parte relativa spuntando solo la casella. In questo modo il Caf o l'intermediario autorizzato invierà il 730 direttamente all'Agenzia delle Entrate che nell'ipotesi che il lavoratore si trovi in credito con il fisco, magari per ingenti spese mediche, provvederà entro dicembre di quest'anno (e non i 5 anni del modello Unico) a rimborsare il lavoratore per quanto dovuto. Naturalmente il contribuente appena avuto il 730 deve recarsi alla sede territoriale dell'Agenzia per compilare il modello dove deve indicare le coordinate bancari o postali su cui gli verranno accreditati i rimborsi (il codice IBAN).
Qualora non voglia il rimborso in conto corrente i tempi si allungano (sempre meno che con l'Unico) perché per rimborsi sotto i 1.000 euro gli verrà recapitato a casa un ordine di bonifico domiciliato con il quale si recherà in un qualsiasi ufficio postale per avere i rimborsi in contanti. Per cifre più alte l'Agenzia delle Entrate provvederà a mandare al contribuente un vaglia della Banca d'Italia.