Il parcheggio in città è diventato una vera e propria odissea. E non stiamo parlando di traffico o del numero esiguo dei parcheggi a disposizione. Parliamo dei parcheggi a pagamento, quello con i grattini o con le macchinette mangiasoldi. Le multe per aver parcheggiato a pagamento oltre il limite di tempo per il quale abbiamo pagato sono frequenti e rappresentano una fonte di introiti non da poco per i nostri comuni. Ma è legittima la multa per sosta con ticket scaduto? Sembrerebbe di no ed i ricorsi su queste tipologie di contravvenzioni spopolano.

Infatti nel Codice della strada non è citata alcuna violazione per sosta con ticket scaduto. Il perdurare della sosta oltre il limite di tempo infatti in termine giuridico non è una violazione, ma solo un mancato adempimento delle condizioni di un contratto. Non è possibile equiparare una persona che non paga proprio, ad una che ha pagato meno del dovuto. Infatti anche per prolungamenti di sosta di qualche minuto le multe che gli ausiliari del traffico infliggono agli automobilisti sono salate, e sono stabilite da delibere di ogni comune che ne stabilisce entità. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in una nota ha spiegato che nessuna sanzione può essere inflitta per il biglietto scaduto.

Infatti non si tratta di parcheggio in sosta vietata e quindi non ricade nell'articolo 7 al comma 15 del Codice della strada. L'articolo infatti cita testualmente che nei casi di sosta vietata, se si tratta di sosta limitata o regolamentata, la sanzione amministrativa è del pagamento di una somma da euro 25 a euro 99. Inoltre il Codice prevede solo, all'articolo 157 comma 6, che nei casi di sosta a tempo è fatto obbligo al conducente di mettere in evidenza l'orario di inizio della sosta stessa.

In pratica quindi il Ministero dice che se parcheggiamo oltre il tempo per cui abbiamo pagato non dovremmo essere multati ma dovremmo pagare solo la differenza, dovremmo integrare il ticket. Una vera e propria legge non c'è ed i comuni fanno muro e continuano ad operare in modo indipendente dalle direttive che arrivano dal Ministero per non rinunciare alla fonte di guadagno per le casse comunali. Gli ausiliari del traffico continuano ad infliggere sanzioni ed i cittadini a fare ricorso. La classica storia all'italiana.