C'è un po' di dilettantismo amministrativo nelle incertezze che quotidianamente accompagnano gli italiani al 16 giugno, il giorno in cui è prevista la scadenza del primo acconto per IMU e Tasi. I dubbi e le incertezze sono dovute anche ad un errato modo di comunicare tra amministrazioni e cittadini. Come al solito, l'unica certezza che accompagna il contribuente è la scadenza, questa sì certa ed incontestabile. Se entro il 16 giugno non si provvede a versare la prima rata, scatteranno subito le prime sanzioni. Altra certezza è che le aliquote da usare, almeno per la stragrande maggioranza dei comuni, saranno quelle dello scorso anno, non essendo state ancora deliberate quelle nuove.

Ma i dubbi sono molteplici, vediamo i più ricorrenti e come chiarirli.

Il bollettino precompilato arriva a casa?

La fondazione Anci per la finanza locale, quindi per gli enti come i comuni, ha chiarito una volta per tutte che l'unico obbligo che hanno i comuni per le tasse sugli immobili è approntare la macchina operativa dei pagamenti. Quindi mettersi a disposizione dei contribuenti per aiutarli a compilare i modelli relativi alle due imposte e consegnare il modello al contribuente su sua richiesta. Nessun obbligo di inviare il bollettino a domicilio, perché nessuna norma li obbliga ed anche perché c'è discordanza tra la scadenza del pagamento (16 giugno) e la scadenza delle dichiarazioni (30 giugno dell'anno successivo).

Manca anche l'allineamento tra le banche dati del catasto e di conseguenza sarebbe impossibile conoscere con esattezza, da parte dell'ente, i soggetti passivi.

La dichiarazione IMU e Tasi per l'anno prossimo

La dichiarazione da presentare al comune dove sono situati gli immobili scade il 30 giugno e sarà valida per il pagamento delle imposte per l'anno successivo.

Anche quì bisogna stare attenti, perché un modello esatto in pratica non esiste. I comuni che hanno approntato un modello da poter ritirare, compilare e consegnare hanno trovato la bocciatura da parte del Ministero che ha sentenziato che non possono essere validi modelli diversi da comune a comune. Bisogna aspettare i modelli ministeriali che naturalmente non sono ancora pronti.

Sembra certo anche se non ancora ufficialmente, che chi ha fatto già la dichiarazione sui modelli del comune dovrà rifarla sui modelli ministeriali. Secondo la fondazione Anci la norma invece consentirebbe ai comuni di approvarsi un modello personalizzato. La situazione è ancora in via di definizione, si attendono novità.

L'IMU sui terreni e la Legge 34/2015 

Per i la tassa sui terreni è stato da poco convertito in Legge un decreto che aveva il compito di chiarire la materia e di stabilire una volta per tutte le detrazioni spettanti, le esenzioni e le differenze tra i comuni. La Legge 34/2015 più che chiarire, ha confuso ancora di più le idee tanto è vero che molti comuni stanno pensando di spostare la scadenza e di presentare ricorso.

Per la verità alcuni comuni si sono già rivolti alla Corte Costituzionale che di fatto ha rigettato le loro richieste, ma la Corte non può sentenziare in materia tributaria. Inoltre mancando il vincolo della quota per lo Stato, l'IMU agricola rientra nell'autonomia regolamentare degli enti locali e perciò c'è abbastanza margine di manovra. In conclusione, il fatto è che bisognerebbe fare chiarezza, non è possibile stabilire con certezza solo il giorno in cui fare cassa.