Le spese sostenute nel 2015, per ristrutturare i propri immobili o per adeguarli dal punto di vista del risparmio energetico, alle nuove norme europee, possono essere scaricate dal reddito. Le percentuali di detrazione per queste spese sono molto alte, ecco perché è necessario prestare molta attenzione da parte del contribuente ed ecco perché l’occhio del fisco su queste tipologie di oneri è molto vigile. Evitare errori che potrebbero causare sanzioni salate è molto importante anche perché, la vastità di questa tipologià di spese rischia di causare confusione.

Vediamo quindi, alla luce delle informazioni del Fisco, che sono pubblicate sul sito agenziadelleentrate.gov.it nell’area “l’Agenzia Comunica”, quali spese si possono scaricare e quali no.

Ristrutturazione dell’immobile

Nel Modello 730 che sarà disponibile il prossimo 15 aprile nel cassetto fiscale di molti contribuenti, le spese di ristrutturazione sono definite come spese per il recupero del patrimonio edilizio. La detrazione fiscale per opere di ristrutturazione è un vecchio provvedimento datato 1986 che poi è stata prorogata di anno in anno fino a diventare strutturale nel 2012. Anzi, dal 2012, le detrazioni previste sono passate dal 36% su tetto massimo di spesa di 48.000 euro al 50% su tetto massimo di 96.000 euro.

La Legge di Stabilità 2016, ha confermato che questo sarà l’ultimo anno in cui queste aliquote e queste soglie resteranno tali. Infatti è previsto che per le opere di ristrutturazione a partire da quelle del 2017, si tornerà alle vecchie soglie, quindi meno favorevoli per i cittadini. Fino al 31 dicembre 2016 inoltre, sono scaricabili al 65% di quanto speso, i costi per opere antisismiche sugli immobili.

La finanziaria del Governo ha prorogato anche per quest’anno la detrazione del 50% per l’acquisto di elettrodomestici in linea con la classe energetica di risparmio. Dal punto di vista degli adempimenti, non è più fatto obbligo al contribuente di comunicare al Centro Operativo di Pescara, l’inizio dei lavori e per quanto concerne i bonifici, la banca non ha più l’obbligo di trattenere l’8% come acconto sull’imposta dovuta.

Infine, l’obbligo di ripartire le detrazioni in quote annuali di 10 anni, non vale per soggetti di età superiore a 75 anni per i quali le rate sono 5, o di 80 anni per i quali queste scendono a 3.

Non tutto è scaricabile però

Le spese di ristrutturazione riguardano opere edilizie, quindi non si possono scaricare semplici interventi che non intacchino la struttura dell’immobile. L’esempio più frequente è quello dei sanitari o delle vasche da bagno. In TV alcune aziende spacciano la sostituzione della vasca da bagno, con il box doccia senza demolire l’impianto preesistente, come intervento detraibile. In linea generale, così non è, perché la sostituzione di una vasca da bagno che non prevede opere edili, ma solo di allaccio ad un impianto preesistente, non da diritto alla detrazione.

Per le opere di risparmio energetico, dagli adeguamenti della casa fino al cambiare una caldaia, sostituire gli infissi e così via, la detrazione è ammessa a condizione che il tecnico progettista invii ad inizio lavori, la comunicazione ad ENEA. In ultimo, la detrazione fino a 10.000 euro di spesa, per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici è confermata, ma bisogna sapere che si può scaricare a condizione che l’immobile oggetto della sostituzione di questi oggetti, sia lo stesso per il quale è stata chiesta la detrazione per ristrutturazione. È falsa la notizia che chiunque acquisti mobili ed elettrodomestici possa scaricarli dal reddito.