Difficoltà operative, problemi interpretativi delle novità e dati mancanti o incongruenti nel 730 precompilato, hanno spinto intermediari, Caf e contribuenti, prima ad auspicare una proroga alla normale scadenza del 730/2016 e poi a richiederla ufficialmente. Sembra ormai certo che la scadenza per la presentazione del 730, in origine fissata il 7 luglio, slitterà al 23 dello stesso mese. Il protrarsi in avanti della scadenza e i controlli paventati dal Fisco rischiano di ritardare ed in alcuni casi addirittura bloccare i rimborsi Irpef.

Rimborsi Irpef nella busta paga di luglio?

L’impatto della proroga probabilmente causerà uno slittamento di un mese per chi in genere percepisce i rimborsi Irpef direttamente nella busta paga, cioè i lavoratori dipendenti. Infatti di norma i rimborsi Irpef per chi chiude in attivo una dichiarazione dei redditi avvengono nel mese di luglio per i lavoratori dipendenti e nel mese di agosto per i pensionati. Se per questi ultimi, anche se non al 100%, probabilmente i rimborsi saranno erogati nei consueti tempi, per i lavoratori dipendenti, il rischio che inviare il 730 a mese di luglio quasi finito, possa comportare il ritardo nell’erogazione del rimborso è abbastanza concreto.

Alle problematiche derivanti dalla proroga della scadenza, si aggiungono anche quelle relative ad alcune novità dell’Agenzia delle Entrate.

Infatti, una delle novità più importanti del 2016 è il controllo preventivo da parte dell’Agenzia delle Entrate delle dichiarazioni dei redditi. Questo controllo scatterebbe per due motivi, cioè in caso di rimborsi Irpef a vantaggio dei contribuenti superiori ai 4.000 euro (era già attivo lo scorso anno) oppure in caso di incongruenze.

In attesa che l’Agenzia emani un decreto ad hoc che specifichi meglio questi controlli, decreto che doveva già essere pronto ma che è in sensibile ritardo, i casi di incongruenze dovrebbero essere anche il semplice fatto di richiedere rimborsi maggiori rispetto a quelli che il Fisco ha già inserito nel precompilato. In sostanza, anche aggiungere spese sanitarie non presenti nel 730 precompilato e quindi chiedere una maggiore imposta da rimborsare potrebbe far scattare questi controlli che porterebbero inevitabilmente a ritardi nel rimborso Irpef.

Come evitare i ritardi

In linea di massima, consegnare al più presto il 730 ed accettarlo così come viene predisposto dal Fisco, senza implementare oneri detraibili o deducibili o senza correggere altri dati di questo tipo, renderebbe più snella e fluida la ricezione da parte del Fisco e naturalmente agevolerebbe il rimborso spettante. Negli altri casi quindi, si corre il rischio di vedersi bloccato il 730 in attesa che il Fisco effettui i dovuti accertamenti. In un primo momento sembrava che il rischio di blocchi, ritardi e controlli fosse applicabile solo ai contribuenti che presentassero la dichiarazione dei redditi senza l’ausilio di un Caf o professionista.

Le Entrate, con la circolare 12/E/2016 invece ha fugato i dubbi sottolineando come anche i 730 trasmessi da Caf e loro simili, anche se obbligati a postare il visto di conformità sulle dichiarazioni, potrebbero essere soggetti a controlli per gli stessi motivi prima citati.

L’unica differenza sta nel fatto che i controlli non saranno fatti ai contribuenti, ma ai professionisti a cui spetterà l’onere delle controdeduzioni eventualmente richieste dal Fisco. Per rimborsi sopra i 4.000 euro, i controlli scatteranno sempre ma l’erogazione sarà più celere di 3 mesi rispetto allo scorso anno. L’ Agenzia ha stabilito di erogarli entro il termine massimo di 4 mesi dalla scadenza dei 730, quindi entro fine anno così come accade per i rimborsi ai 730 senza sostituto, cioè senza datore di lavoro o quando questi non funge da sostituto di imposta. In questo ultimo caso infatti è l’Agenzia che eroga direttamente i rimborsi con bonifico bancario, bonifico domiciliato alle poste o vaglia cambiario della Banca d’Italia.