È vero, il 730 è giunto alla sua seconda versione come dichiarazione dei redditi precompilata. Anzi, l’Agenzia delle Entrate ha esteso la versione con i dati già preinseriti anche al secondo modello di dichiarazione reddituale, il modello Unico Persone Fisiche. Che il Fisco sponsorizzi e spinga per l’utilizzo delle dichiarazioni dei redditi come da lui stesso predisposte è evidente anche se si pensa che per coloro che accettano la dichiarazione e la inviano così com’è, nessun controllo o accertamento sarà previsto per loro. I CAF e gli altri professionisti come i commercialisti però, sembrano non fidarsi e molti optano per utilizzare ancora il vecchio metodo, con fatture, scontrini e tutta la restante documentazione in versione cartacea.
Più dati, ma stesso appeal
Tutte le novità più importanti per il 730 del 2016 sono relative agli oneri detraibili e deducibili ed al loro ampliamento sotto l’aspetto dei dati già presenti nel 730. Quest’anno infatti, ci sono spese sanitarie, funebri, universitarie e quelle per la previdenza complementare. Tutte queste in aggiunta a quelle per le ristrutturazioni, interessi sui mutui, anagrafica con famigliari a carico e redditi di pensione e di lavoro dipendente. Molti dati in definitiva che secondo il Fisco servono per semplificare il lavoro del contribuente impegnato nella dichiarazione fai da te e per i professionisti e per quelli che a loro si rivolgono. I professionisti sono molto rigidi per via dell’aumento di responsabilità a cui sono soggetti i CAF, che saranno responsabili di tutti gli errori nelle dichiarazioni dei redditi e dei controlli che non gravano più sul contribuente.
Ecco spiegato il motivo per il quale, nonostante esista già la precompilata, i professionisti chiedono comunque scontrini, CU, ricevute, fatture e visure catastali, naturalmente in originale.
Dal punto di vista del rimborso da parte dello Stato, cioè la quota che viene elargita al CAF per ogni dichiarazione dei redditi consegnata, utilizzare la precompilata fa incassare di più al CAF stesso.
Allo stesso tempo, per il contribuente, il costo del CAF aumenta se lo stesso non utilizza il precompilato ma quello vecchia maniera. In linea di massima quindi, nessun motivo economico o di guadagno spinge i CAF a boicottare la precompilata. I dati però sono chiarissimi e fino a fine maggio, le richieste al Fisco da parte dei CAF per scaricare il 730 precompilato, erano 11,7 milioni, più o meno come lo scorso anno quando su quasi 18 milioni di 730 inviati dai CAF, solo 11 milioni furono utilizzando il precompilato.
Perché non si fidano?
Tagli dei compensi rispetto agli anni precedenti, aumento degli adempimenti e costo delle assicurazioni necessarie per evitare guai peggiori hanno portato i CAF ad odiare il 730 precompilato. Poi ci sono gli innumerevoli errori che, come lo scorso anno, si trovano sul precompilato. Dati mancanti, non tutte le spese sanitarie sopportate già inserite, problemi con il bonus da 80 euro e così via, sono cose che naturalmente spingono i CAF alla massima attenzione ed a chiedere la documentazione ai cittadini come gli altri anni. Alla fine i CAF anche utilizzando i dati del precompilato, cancellano quelli presenti e inseriscono solo quelli che rispecchiano perfettamente la documentazione che gli ha consegnato il contribuente.
Parlare di riuscita della nuova procedura e di semplificazione è una pratica che definire azzardata sembra addirittura poco. Completare poi la dichiarazione dei redditi con i dati che non sono inseriti non è certo semplice e l’esempio dei contributi per badanti e colf è tra i più evidenti. Necessario presentare tutti i MAV di pagamento per verificare quale parte dei contributi, anche se versati dal datore di lavoro sono a carico del domestico. Calcolare bene la quota in virtù del tetto massimo di € 1549,37 rende necessario il cartaceo e quindi, a volte, chiedere tutto ma proprio tutto al contribuente, ripartendo da zero in sede di 730, diventa prassi per molti professionisti.