Mentre sulla prima casa IMU e Tasi sono state abolite, esse sono dovute sulle seconde case. Ne consegue che al giorno d’oggi, avere una seconda casa non è più sinonimo di ricchezza, ma molto spesso anzi il bene immobile si trasforma in un costo economico notevole, anche perché le aliquote deliberate dai comuni aumentano ogni anno sempre un po' di più. Per venire incontro ai contribuenti, una sentenza del Tar Calabria, la n.1284/16, ha però stabilito che se la delibera sulle aliquote Imu e Tasi non viene adottata dal Comune entro il termine stabilito dalla legge, le aliquote da utilizzare solo quelle in vigore per l'anno precedente (in genere meno salate).

Tuttavia ebbene precisare che sulle seconde case sono previste in alcune ipotesi delle esenzioni totali dal pagamento della TARI ovvero dalla tassa sui rifiuti.

Esenzione TARI quando è possibile?

In particolare, la legge prevede una riduzione o esenzione dal pagamento dell’imposta in due ipotesi ovvero

  • per un immobile inutilizzabile di fatto: su una casa disabitata o fatiscente che non è sfruttabile o vivibile in alcun modo, vi è esenzione totale dal pagamento della TARI. La totale inutilizzabilità vale anche per i box auto e i garage. Essa si può provare dimostrando che non vi sia alcun allaccio di rete fognaria, elettrica, idrica. Se il locale, sebbene non abitato, è comunque munito dei vari allacci si dovrà pagare la TARI. Se la casa è inagibile, spetta inoltre una riduzione del 50% della base imponibile di Imu e Tasi.
  • se si possiede un’area non suscettibile di produrre spazzatura in modo autonomo, come una cantina, un garage, la Tari non è dovuta.
  • per un’abitazione che si trova in ristrutturazione. Il periodo di riferimento è quello in cui ovviamente non è abitata.

Per aver diritto all'esenzione dal pagamento o la riduzione si deve compilare l'apposito modulo predisposto all'interno del sito web del comune in cui è ubicato l’immobile, insieme ad un documento d’identità del proprietario del bene

Come pagare meno IMU ; TARI e TASI sulla seconda casa

La seconda casa è spesso gravata da spese fiscali maggiori, incominciamo infatti con il dire che la prima tassa si paga al momento dell’acquisto un’imposta di registro del 9% sul valore catastale del bene, cui devono aggiungersi Imu, Tasi, TARi e Irpef.

Ecco dunque che se la seconda casa viene cambiata in unità collabente, si otterrebbero dei notevoli risparmi fiscali. Nello specifico con il termine ‘trasformare' si intende rendere tutta l’abitazione o una parte di essa inabitabile. E’ necessaria dunque una variazione catastale, un riaccatastamento della casa che, in virtù della riduzione della metratura, a seconda di quanto prevedono i regolamenti comunali, può permettere un notevole risparmio di tasse.

Diminuisce in questa ipotesi infatti alche la base imponibile sul quale calcolare le aliquote di IMU e TASI e Tari. Occorre però ricordare che la porzione di immobile interessata dalla riduzione dovrà essere lasciata in condizioni di non essere abitata.

Una seconda soluzione per pagare meno tasse sulla seconda casa è affittarla, se non la si vuole intestare ad un parente o ad un amico poichè comunque con il passaggio di proprietà davanti ad un notaio ad essi sono trasferiti tutti i diritti sull’immobile.

Nel caso la si volesse locare, ad esempio optando per la cedolare secca, cioè il regime fiscale quello sostitutivo dell’imposta sugli affitti (IRPEF) si è soggetti ad una tassazione agevolata ridotta tra il 10% ed il 21%. Si può optare anche per il canone concordato, sempre che l’immobile si trovi in un Comune ad alta densità di popolazione. Il reddito che deriva dalla locazione sarà pari al reddito fondiario ridotto del 30%. Dal valore del canone va ridotto il 30% + il 5%.

Un’ultima soluzione sebbene estrema è quella di demolire la casa, specialmente se l’immobile deve essere ristrutturato. Per altre info sul tema potete premere il tasto segui.