Non solo Imu e Tasi. Anche se queste, forse, sono le tasse più odiate dagli italiani, non sono le uniche che, in un modo o nell'altro siamo costretti a pagare nostro malgrado. Si va dall'imposta doganale sugli spiriti e i sacchetti biodegradabili della raccolta differenziata fino alla bollatura dei libri contabili. La Cgia di Mestre ha fatto il conto. E tra accise, addizionali, ritenute e tributi vari sono circa 100 le tasse che paghiamo direttamente o indirettamente. Ma di queste, le prime 10 sono le più onerose. Infatti, secondo gli ultimi dati disponibili risalenti al 2015, hanno pesato sulle nostre tasche per circa 420 miliardi di euro su un gettito complessivo di quasi 500 miliardi di euro.

I dati della Cgia di Mestre

Dall'analisi prospettica dei dati disponibili, come riferisce il coordinatore dell'ufficio studi della Cgia di Mestre Paolo Zabeo, si può desumere che quest'anno ogni italiano pagherà, mediamente, circa 8 mila euro tra imposte e tasse. Se poi nel conto aggiungiamo anche i contributi previdenziali arriviamo ad un esborso pro capite di 12 mila euro. Inoltre, da circa vent'anni, fanno notare alla Cgia di Mestre, le entrate dello Stato sono cresciute costantemente raggiungendo un differenziale di oltre l'80%. In pratica le tasse negli ultimi vent'anni sono cresciute del doppio rispetto all'inflazione che, nello stesso periodo, ha avuto un aumento del 40% circa.

La classifica delle imposte

Secondo le analisi dell'organizzazione degli artigiani a pesare maggiormente sulle tasche degli italiani, e, di conseguenza, ad occupare i primi due posti di questa particolare classifica, sono l'Irpef e l'Iva. Infatti, queste due imposte insieme rappresentano circa il 54% del gettito totale a disposizione dello Stato.

L'irpef pesa per circa il 34% con un gettito, in valore assoluto, che raggiunge i 167 miliardi di euro. Mentre l'Iva con i suoi 100 miliardi copre il restante 20%.

Dal lato delle imprese la tassa che incide maggiormente è l'Ires che, sempre in base agli ultimi dati disponibili del 2015, ha pesato per circa 32 miliardi di euro.

A un'incollatura di distanza si posiziona l'Irap con un gettito di poco più di 28 miliardi di euro. La Cgia fa anche rilevare come, in Italia, la pressione tributaria, cioè la percentuale di imposte e tasse rispetto al PIL, sia prossima al 30% e, a livello europeo, sia la quarta in ordine di grandezza dopo quelle di Danimarca, Svezia, Finlandia e Belgio. E risulta superiore di ben 6 punti percentuali a quella della Germania, che è circa il 24%.

Ciò che rende il quadro estremamente negativo, fanno notare alla Cgia, è il fatto che a questa elevata pressione tributaria non corrisponde un adeguato livello di servizi sociali offerti dallo Stato al cittadino - contribuente. Nel lodare i passi compiuti dal Governo per ridurre la pressione tributaria la Cgia di Mestre ricorda che è necessario, nello stesso tempo, migliorare la qualità e la quantità dei servizi forniti ai cittadini.