La buona notizia è che, alla fine, l'accordo per abolire definitivamente la fatturazione delle utenze telefoniche a 28 giorni è stato trovato. Ma occorre puntualizzare dei distinguo. Infatti il Governo non ha accolto l'emendamento del Pd, ma la versione più soft per le aziende proposta dal ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda. Vediamo, dunque, come cambieranno le nostre bollette telefoniche e quali saranno i risvolti per i consumatori-utenti.
Cosa prevede l'emendamento
L'emendamento proposto dal ministro Calenda, inserito nella Legge di Bilancio 2018 nella serata del 7 novembre 2017, prevede che le compagnie telefoniche siano obbligate a fatturare i costi ai clienti finali mensilmente o a multipli di mesi, fatta eccezione per tutte quelle promozioni che, ovviamente, hanno una durata inferiore o che, alla fine dell'offerta, non sono rinnovabili.
Il testo presentato contiene anche un inasprimento delle sanzioni che è possibile comminare ai gestori telefonici, per un importo massimo di 5 milioni di euro.
Le reazioni alla decisione
L'emendamento del Ministro Calenda rappresenta una soluzione di compromesso tra due opposte soluzioni, presentate con altrettanti emendamenti dagli onorevoli Esposito e Morani. In effetti, quello approvato dal Governo, era stato presentato come un sub-emendamento a quello Esposito.
Anche se - almeno a livello politico - la quadratura del cerchio è stata trovata, e nonostante l'emendamento cerchi di venire incontro alle richieste dell'Agcom che nel frattempo ha avviato dei procedimenti sanzionatori, molti contestano le disposizioni presenti nel documento.
Ad esempio, l'Aduc fa notare che le promozioni di durata inferiore ad un mese potrebbero essere utilizzate dagli operatori per aggirare il divieto di fatturazione ad un mese. Ad ogni modo, Esposito si è detto disponibile ad inserire ulteriori precisazioni sulle promozioni.
Da parte loro, le grandi compagnie, incalzate da ogni parte, sarebbero disposte a tornare immediatamente alla fatturazione mensile ma, al contempo, chiedono che venga loro riconosciuto un periodo transitorio durante il quale i clienti finali non possano recedere liberamente e gratuitamente dal contratto.
L'obiettivo delle aziende, infatti, è quello di spalmare gli stessi costi - ora suddivisi su 13 mensilità - su 12 fatture, allo scopo di non perdere introiti. Questa proposta, però, per concretizzarsi, necessita dell'approvazione dell'Agcom che, al momento, non è affatto scontata.