Il problema della Tari gonfiata sta scatenando un vero putiferio sociale oltre che istituzionale. Dopo la notizia che a causa dei rimborsi da erogare a diverse migliaia di cittadini che, per anni, hanno pagato più di quanto effettivamente avrebbero dovuto, c'è da aspettarsi una nuova stangata che spalmerà i soldi persi sull'intera collettività, sono insorte le associazioni dei consumatori, in particolare due fra le più grandi e rappresentative: il Codacons e la Federconsumatori che, indipendentemente l'una dall'altra, hanno avviato sia delle campagne di informazione mirata che delle azioni di pressione sia nei confronti del Governo che dell'Anci, l'associazione degli oltre 8 mila Comuni italiani.

Vediamo, quindi, di descrivere quali azioni sono state intraprese da queste due associazioni a favore della collettività degli utenti.

L'azione intrapresa dal Codacons

Innanzitutto, dati i prevedibili rincari attesi per rientrare dei denari rimborsati, il Codacons si è mosso in tre direzioni contemporaneamente. In primo luogo, ha inviato un esposto a 104 Procure della Repubblica in tutta Italia, in secondo luogo ha chiamato in causa la Corte dei Conti e, infine, si è rivolto direttamente all'Anci. All'autorità giudiziaria viene chiesta formalmente l'apertura di un'indagine che accerti tutti i fatti, anche di natura delittuosa, spingendosi ad ipotizzare danni alla collettività per appropriazione indebita e truffa aggravata da parte delle varie amministrazioni comunali.

Mentre alla Corte dei Conti l'associazione a tutela dei consumatori chiede di verificare l'ipotesi di danno erariale e, nello stesso tempo, se i fondi raccolti siano stati utilizzati in maniera distorta.

Infine, si chiede all'Anci, attraverso una diffida legale, di ordinare ai Comuni di pubblicare, entro 48 ore da ieri, le modalità di calcolo della Tari applicate, in modo che sia possibile capire chiaramente quali siano i Comuni che hanno gonfiato il tributo.

Questo consentirà ai cittadini - consumatori di avviare la procedura per poter ottenere i rimborsi automatici.

L'iniziativa della Federconsumatori

Anche Federconsumatori, dopo migliaia di richieste di supporto arrivate da privati cittadini, ha deciso di scendere in campo direttamente. Ma, forse, in maniera più soft. Infatti, ha, in primo luogo, una richiesta di incontro con l'Anci Nazionale per avviare un confronto proficuo che porti a definire, da una parte, delle modalità di rimborso degli importi indebitamente riscossi.

E, dall'altra parte, si vorrebbe evitare con qualsiasi mezzo che i Comuni procedano ad aumenti della tariffa immediatamente successivi ai rimborsi e per diverso tempo avvenire. Ciò che si teme, in particolare, è che gli Enti Locali procedano ad un aumento indiscriminato della quota fissa della tariffa per compensare le perdite sulla quota variabile.

A questo scopo, Federconsumatori rivolge all'Anci due richieste strettamente collegate tra loro. Da una parte, si richiede il blocco dell'imposizione riguardante tali voci per il 2018. Mentre, per coloro che devono ancora pagare la seconda rata 2017 l'associazione dei consumatori chiede che venga concessa una proroga della scadenza, in modo da poter consentire alle aziende che forniscono il servizio di ricalcolare correttamente gli importi.