La legge di Bilancio 2018 porta in dote una buona notizia per le imprese italiane. Infatti, da quanto è dato sapere, i tecnici del Governo sarebbero già al lavoro per riformulare la parte di emendamento al Decreto delegato di Bilancio che riguarda proprio la web tax per evitare il rischio di una doppia imposizione. Fondamentalmente, si deve scegliere tra due differenti opzioni. Vediamo quali sono e quali vantaggi o svantaggi comporterebbe l'adozione dell'una o dell'altra.
Le alternative a cui si sta lavorando
Per quanto riguarda la prima opzione, si vorrebbe incidere sulla previsione della cosiddetta cedolare al 6% sui ricavi da attività digitale che vengono prodotti nel nostro Paese da aziende presenti sul territorio con una stabile organizzazione.
Per queste imprese si pensa di introdurre una detrazione di pari importo dell'imposta versata. In alternativa, potrebbe essere introdotto un credito d'imposta da utilizzare in compensazione, raggiungendo così il medesimo risultato.
L'ipotesi del credito d'imposta era stata ventilata proprio ieri dal Consigliere del Ministero dell'Economia Mauro Marè durante un intervento ad un convegno organizzato dall'università Luiss. Il credito d'imposta sembra essere l'opzione preferibile per il Governo. Infatti, presenterebbe anche il vantaggio di essere utilizzabile anche da quelle aziende che, per qualche motivo, risultassero fiscalmente incapienti, cioè con un'imposta insufficiente da corrispondere.
Cosa prevede l'emendamento sulla web tax
Come dicevamo la modifica all'emendamento sulla web tax si è reso necessario per evitare una doppia imposizione sulle aziende che operano online e che hanno una stabile organizzazione in Italia. Inoltre, questo permette di rispettare le indicazioni pervenute dall'Unione Europea, evitando, così, di ricadere nell'ennesima procedura di infrazione per aiuti di Stato.
Comunque, l'emendamento presentato dall'Onorevole Massimo Mucchetti contiene altre due importanti novità. Infatti, da una parte prevede che i flussi finanziari generati dalle multinazionali della Rete, come Google, Facebook e Twitter, vengano regolarmente monitorati. In secondo luogo, viene previsto, in un'ottica anti - evasione, un notevole rafforzamento dei poteri di accertamento da parte del Fisco nei confronti delle realtà aziendali con una stabile organizzazione in Italia.
L'emendamento dovrebbe essere discusso e votato entro la fine della prossima settimana.
Da parte di diversi esponenti politici, poi, si evidenzia che, indipendentemente dall'opzione che verrà adottata, l'obiettivo è triplice. In primo luogo, non penalizzare le aziende italiane che già pagano le tasse nel nostro Paese. In secondo luogo, riequilibrare lo svantaggio concorrenziale tra Big del web e le altre aziende. Ed, infine, rispondere alle sollecitazioni dell'Europa che, attraverso la Commissaria Ue all'Antitrust, Margrethe Vestager, preme per una soluzione rapida, diversamente interverrà la Commissione d'imperio.