Il fenomeno delle criptovalute è in continua espansione, tanto da suscitare una curiosità sempre maggiore anche qui in Italia. Ad oggi, la scena viene rubata dal Bitcoin, la moneta virtuale che nelle ultime 24 ore ha raggiunto la quotazione di 20 mila dollari, circa 17 mila euro al cambio attuale. Ma non c'è soltanto il Bitcoin su cui è possibile investire il proprio denaro, augurandosi che il rischio bolla si allontani sempre di più, ma che anzi diventino le monete del futuro. Proprio perché oggi migliaia di italiani si interessano all'acquisto o meno di una o più criptovalute, è importante conoscere la posizione dell'Agenzia delle Entrate in merito ad eventuali tasse ed Iva da pagare se si è in possesso di Bitcoin o di altre monete virtuali.

La risposta ufficiale

L'Italia può ritenersi un Paese privilegiato, rispetto ad esempio agli Stati Uniti, in quanto l'Agenzia delle Entrate ha fornito tutti i chiarimenti possibili circa il possesso di una o più criptovalute, indipendentemente dal quantitativo. Il portale Webnews, in collaborazione con Conio.com, ha citato la risposta da parte dell'istituto italiano, secondo cui il Bitcoin o qualsiasi altra moneta virtuale non genera redditi imponibili. Ciò significa che non vi sono tasse da pagare sul capital gain, ovvero sul guadagno derivante dal solo possesso della criptovaluta qualora il suo valore cresca nel corso del tempo.

Un ulteriore chiarimento è arrivato in merito alle operazioni di cambio di Bitcoin, le quali sono esenti da Iva.

Se ad esempio devo cambiare il Bitcoin, o un'altra criptovaluta, per l'equivalente in euro, su quest'ultimi non dovrò versare l'Iva, ottenendo dunque l'esatto importo al cambio Bitcoin/Euro, che ad oggi si attesta sui 17.000 euro per ogni singolo Bitcoin. Per questo motivo, il nostro Paese può essere considerato come una nazione fortunata, in quanto è il primo dove lo Stato si è espresso ufficialmente sul fenomeno delle criptovalute.

Discorso diverso per le attività di intermediazione

Quanto detto fino ad ora vale esclusivamente per i privati. Il discorso cambia se invece si pongono sotto la lente d'ingrandimento i ricavi ottenuti da attività di intermediazione sull'acquisto o vendita di criptovaluta. A riguardo, l'Agenzia delle Entrate ci tiene a precisare che tali ricavi sono soggetti a Ires e Irap.

Per il privato, ovvero il singolo cittadino che decide di investire parte del proprio capitale nella criptovaluta, non cambia nulla. Coloro che in passato abbiano acquisito dei Bitcoin e altre monete virtuali possono continuare a sorridere.