L'Agenzia delle Entrate il 9 settembre ha pubblicato la Circolare n° 20/E che fornisce ulteriori chiarimenti circa la corretta applicazione delle cosiddette Pagelle Fiscali, meglio conosciute dagli addetti ai lavori come Indici Sintetici di Affidabilità fiscale. In un precedente articolo abbiamo esaminato le indicazioni fornite dall'amministrazione finanziaria per quanto riguarda i requisiti da rispettare per ottenere dei punteggi di affidabilità superiori a 6 e quali sono le tipologie di aziende e di contribuenti che sono esentati dall'applicazione degli Isa e dalla compilazione dei relativi modelli.

La Circolare n° 20 dell'Agenzia delle Entrate risponde anche a diversi quesiti posti dalle associazioni di categoria e dai professionisti circa i principali indicatori di anomalia riscontrati nell'utilizzo del software dell'Agenzia delle Entrate.

L'indicatore incidenza dei costi residuali di gestione

Nella Sezione 3 della Circolare n° 20 vengono analizzati analiticamente i vari indicatori di anomalia che hanno sollevato problemi o quesiti da parte di professionisti ed associazioni di categoria. il primo di questi è quello relativo all'incidenza dei costi residuali di gestione.

Come evidenziato dalla risposta contenuta nella Circolare n° 20, questo indicatore di anomalia verifica che le voci di costo relative agli oneri diversi di gestione e alle altre componenti negative costituiscano una plausibile componente residuale di costo rispetto al totale dei costi di gestione.

Di conseguenza tale indice viene calcolato come rapporto percentuale tra i costi residuali di gestione, al netto di alcuni costi come quelli indicati nel campo 9 del rigo F23 "di cui oneri per imposte e Tasse", e i costi totali. Per quanto riguarda l'informazione contenuta nel rigo F23, la Circolare precisa che tale dato è stato richiesto in funzione prospettica e cioè al fine di tenerne conto nelle successive evoluzioni degli ISA.

Sempre in merito all'indicatore dell'incidenza dei costi residuali di gestione, l'Agenzia delle Entrate fa notare come, in riferimento all'attività di Agente di Commercio, nell'ISA AG61U le soglie di tale indicatore sono state tarate in modo tale da tener conto delle deduzioni forfettarie per lo specifico settore. Comunque, la Circolare precisa che, in futuro, si potrebbe adottare la soluzione adottata per l'ISA AG68U e cioè quella di chiedere separatamente il dato relativo alle deduzioni forfettarie.

Di conseguenza l'indicatore "costi residuali di gestione" verrebbe valorizzato al netto di tale componente.

L'indicatore Copertura delle spese per dipendente

Il secondo indicatore di anomalia che ha suscitato parecchie perplessità, soprattutto tra le piccole e piccolissime imprese, è quello relativo alla copertura delle spese per dipendente. L'Agenzia delle Entrate nella Circolare n° 20 precisa che tale indicatore verifica che l'impresa generi un valore aggiunto per addetto coerente con le spese per dipendente. Se queste ultime, continua la Circolare, sono superiori al valore aggiunto per addetto, l'indicatore restituisce il valore 1. Tale valore esprime il concetto di plausibilità e coerenza economica minima di copertura delle spese per il fattore lavoro.

Ai fini degli ISA, quindi, tale indicatore ha lo scopo di segnalare la coerenza economica della gestione aziendale.

Tuttavia, nel caso di piccole e piccolissime imprese che potrebbero operare in contesti di "marginalità economica", l'Agenzia delle Entrate riconosce che questo fattore può incidere sul corretto funzionamento dell'indicatore. In questo caso occorre segnalare all'amministrazione finanziaria tali situazioni eccezionali valorizzando il "Campo annotazioni".

Indicatore Apporto di lavoro di figure non dipendenti

Un'altro indicatore che ha creato problemi nella predisposizione degli Isa, in particolare per le Società di Persone, è quello relativo all'apporto di lavoro di figure non dipendenti.

Dato, infatti, che diversi imprenditori apportano direttamente lavoro nella loro impresa tale indicatore va in contrasto con gli indici di affidabilità "ricavi per addetto" e "valore aggiunto per addetto" facendo abbassare il punteggio generale di affidabilità dell'impresa interessata.

L'Agenzia delle Entrate fa notare come le soglie individuate per questo indicatore sono differenziate in funzione della tipologia di figura, della natura giuridica e del numero totale di addetti che rivestono tale ruolo. Nel caso delle società di persone l'imprenditore non solo apporta lavoro in maniera continuativa ma, secondo l'AdE, in modalità assolutamente prevalente. Nel caso, invece, il socio amministratore di società di persone apporti solo una quantità limitata di lavoro nell'impresa tale situazione dovrà essere segnalata all'amministrazione finanziaria inserendo una nota esplicativa specifica nel "Campo annotazioni".

Indicatori specifici del settore autoriparazioni

La Circolare n° 20, alla Sezione 3, al paragrafo 3.4 risponde ai quesiti dei professionisti relativi all'ISA AG31U che riguarda nello specifico il settore delle autoriparazioni. In particolare, gli indicatori di anomalia che creano particolari problemi sono quelli relativi all'indicatore "Mq di officina per addetto" e all'indicatore "Numero di ponti sollevatori per addetto".

In merito a tali indicatori di anomalia, la Circolare dell'AdE precisa che le soglie relative sono state individuate dopo un'attenta analisi economica delle strutture imprenditoriali del settore. E questo allo scopo di cogliere situazioni di non corretta compilazione dei modelli dichiarativi.

Ad esempio, per quanto riguarda l'indicatore "Mq di officina per addetto", le soglie ad esso riferite sono state elaborate ritenendo plausibile una struttura dimensionale standard rispetto ad una dotazione minima di personale.

Anche per l'indicatore di anomalia "Numero di ponti sollevatori per addetto" le soglie sono state calcolate in base ad una dotazione standard di personale e con l'obiettivo di intercettare situazioni gravemente anomale.

Nel caso si evidenzino delle anomalie, il contribuente in primo luogo può effettuare un controllo di sicurezza verificando la corretta compilazione dei dati che incidono sull'indicatore. In secondo luogo, può segnalare l'anomalia stessa nelle "note aggiuntive".

Indicatore anno di inizio attività

L'ultimo indicatore di anomalia che ha creato molti problemi ad aziende e professionisti è quello relativo all'anno di inizio attività indicato negli archivi dell'Anagrafe Tributaria. In particolare, aziende e professionisti non hanno ben chiaro se e in che modo questa indicazione condizioni il punteggio di affidabilità calcolato dagli ISA.

L'Agenzia delle Entrate chiarisce che, almeno per alcuni ISA l'indicatore "Anno di inizio attività", in effetti, fa riferimento alla variabile "Età professionale" che è fondamentale per la determinazione e il calcolo dei "compensi per addetto" e del "valore aggiunto per addetto". Inoltre, come specificato nell'allegato 1 al Decreto Ministeriale del 9 agosto 2019, l'anno di inizio attività risultante dall'Anagrafe Tributaria viene utilizzato, in fase di applicazione ISA, come indicatore di anomalia dello stesso dato dichiarato dal contribuente sul frontespizio del modello ISA.

Nel caso l'unica anomalia presente nel modello Isa sia quella relativa all'indicazione dell'anno di inizio attività e supponendo che tutti gli altri indicatori assumano valore 10, il punteggio complessivo derivato dagli ISA sarà 10. Mentre se l'anno di inizio attività è errato il valore assunto dall'indicatore di anomalia è 1. E se tutti gli altri assumono valore 10, la media è comunque 7,75.